L'AUDIZIONE

5G, Guindani: “Aggiornare norme sulla posa della fibra”

Il presidente Asstel alla Camera: “Serve una riforma delle regole per favorire la corsa al nuovo standard”. Cablatura, stazioni radio ed elettromagnetismo al centro delle revisioni strategiche

Pubblicato il 09 Apr 2019

L. O.

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Sviluppo 5G, servono nuove norme per la posa dei cavi in fibra. Non solo: necessario un allineamento dell’Italia ai tetti previsti dagli altri Paesi europei sull’elettromagnetismo. Lo ha detto il presidente di Asstel Pietro Guindani in audizione oggi alla IX Commissione della Camera (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni) nell’ambito dell’indagine conoscitiva su “Nuove tecnologie delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla transizione verso il 5G ed alla gestione dei big data”.

Guindani ha sottolineato le potenzialità delle nuove reti per lo sviluppo di servizi innovativi per la gestione smart di territorio e città, per la manifattura, la logistica, la sanità, il sistema educativo, la sicurezza e la PA. Sullo sfondo lo stato dell’industria delle Tlc e la visione di Asstel dell’Italia digitale e il percorso di realizzazione delle infrastrutture ultrabroadband in fibra ottica e 5G.

Servono però “aggiornamenti normativi – ha detto il presidente Asstel -, a partire da misure che consentano la massima velocità ed efficienza nella posa dei cavi in fibra e nella realizzazione delle stazioni radio 5G. Così come sarà essenziale l’applicazione uniforme di norme nazionali sul piano locale, e la messa a disposizione, con il completamento del Sinfi, il catasto delle infrastrutture di sopra e sottosuolo, di tutte le informazioni utili alla progettazione e realizzazione degli investimenti da parte degli operatori”.

Indispensabile anche un allineamento delle condizioni di uso delle frequenze in Italia a quelle vigenti nella Ue dal momento che ”tutte le evidenze scientifiche – dice Guidani – incluso le evidenze mediche, depongono a favore della correttezza delle soglie raccomandate dalla comunità scientifica internazionale organizzata nell’International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection, Commissione riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Unione Europea”.

Inoltre è opportuno proseguire, come fatto dall’avvio della telefonia radiomobile negli anni ’90 dello scorso secolo, l’approfondimento degli studi e ricerche sull’elettromagnetismo, che riguarda tutte le tecnologie di comunicazione radio e non solo il 5G che sotto tale profilo non costituisce una novità. “A tal fine Asstel propone – ha concluso Guindani – di accompagnare le rforme normative necessarie con iniziative volte a soddisfare le esigenze di informazione chiara ed esaustiva provenienti dall’opinione pubblica, mediante l’istituzione anche in Italia di una Commissione per il monitoraggio della ricerca scientifica internazionale in tema di elettromagnetismo e l’avvio di campagne informative sulle modalità di utilizzo dei cellulari”.

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