BILANCIO 2011

Telecom Italia a -4,7 mld, Bernabè: “Nessun effetto su bilancio e percorso riduzione debito”

Il Cda ha approvato la relazione finanziaria annuale: sulla perdita hanno pesato svalutazioni per 7,3 miliardi sulle attività domestiche. All’Assemblea sarà proposta la distribuzione del dividendo a 4,3 centesimi per le azioni ordinarie e a 5,4 per quelle di risparmio per un totale di circa 900 milioni

Pubblicato il 29 Mar 2012

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Telecom Italia chiude il 2011 con un risultato netto negativo per 4,72 miliardi di euro. Sulla perdita hanno pesato svalutazioni per 7,3 miliardi di euro. Lo si legge in una nota dell’operatore diffusa seguito del consiglio di amministrazione tenutosi nella giornata di oggi. Il Cda proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo di 4,3 centesimi di euro per le azioni ordinarie e di 5,4 centesimi per le azioni di risparmio per un ammontare totale di circa 900 milioni di euro.

Inoltre l’operatore svaluta a livello di gruppo gli avviamenti sulle attività domestiche per complessivi 7,3 miliardi di euro; il gruppo ha ripetuto in sede di bilancio annuale l’impairment già effettuato nel primo semestre e che aveva comportato 3,182 milioni di impairment.

“La svalutazione effettuata da Telecom Italia sul bilancio 2011 -spiega il presidente esecutivo Franco Bernabè – non determina conseguenze di natura finanziaria e pertanto non modifica il percorso di riduzione dell’indebitamento della società. Il 2011 è stato un anno difficile per l’economia internazionale e ancora di più lo è stato per l’Italia che è stata investita dalla crisi del debito sovrano. L’aumento del costo del capitale, determinato dalla crescita dei tassi d’interesse, ha portato ad una revisione al ribasso del valore attualizzato dei flussi di cassa futuri utilizzati per determinare il valore dell’avviamento”.

Di conseguenza, sottolinea “si è dovuto procedere ad una svalutazione di parte del valore dell’avviamento formatosi a seguito delle operazioni Olivetti/Telecom Italia del 1999 e 2003 e di acquisizione delle minorities di Tim nel 2005. Tale operazione non ha impatti di natura finanziaria e non pregiudica, visto l’ammontare di riserve disponibili residue superiori ai 7 miliardi di euro, il rispetto della dividend policy annunciata nel Piano 2012-2014”.

A livello di gruppo i ricavi si attestano a 29.957 milioni (+8,7%) con una variazione organica in aumento del 2,7%. L’Ebita è di 12.246 milioni (+7,3%).

“A livello di gruppo – puntualizza Bernabè – i risultati industriali e gestionali sono migliorati. In parallelo è continuato il processo di deleverage che ha consentito di ridurre il debito consolidato di un miliardo di euro su base annua e di 5,5 miliardi dalla fine del 2007. La riduzione dell’indebitamento, sostenuta dalla capacità di generazione di cassa del gruppo, è stata realizzata nonostante l’impatto dell’asta delle frequenze Lte in Italia e dell’acquisizione di Aes Atimus in Brasile, per un totale di quasi 2 miliardi di euro”.

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