LAVORO

Tim, via al contratto di espansione: 600 nuove assunzioni

Firmato al ministero del Lavoro l’accordo che rende operativo quanto previsto dal decreto Crescita. Castelli e Durigon: “Governo impegnato a rendere strutturale la misura”. L’azienda: “Avanti anche su riconversione e riqualificazione”. I sindacati: “Svolta strategica in Tim: sprint al digitale”

Pubblicato il 02 Ago 2019

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Via al contratto di espansione in Tim, grazie al quale verranno assunti 600 nuovi lavoratori. L’intesa, firmata oggi al ministero del Lavoro, rende operativo l’accordo firmato con i sindacati lo scorso 18 luglio: il piano prevedeva il realtò 500 nuove assunzioni, salite a 600 dopo  la richiesta esplicita del ministro Di Maio ad aumentare il numero dei nuovi contratti. Il contratto di espansione è previsto dal decreto Crescita.

“Dopo anni di applicazione di ammortizzatori sociali finalizzati ad evitare licenziamenti collettivi, per la prima volta si introduce uno strumento di politica del lavoro, che consente di coniugare politiche attive e passive, favorendo non solo interventi formativi per tutto il personale in forza, ma consente anche di ampliare la base occupazionale, con l’impegno di Tim di assumere 600 nuovi lavoratori e scongiurare circa 3000 esuberi, dopo 10 anni di blocco delle assunzioni- commentano in una nota il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon e il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli – Stiamo trasformando il mondo del lavoro e, in un periodo di grandi evoluzioni, ci fa piacere che sia il mondo delle telecomunicazioni a mettere il primo tassello, e Tim rappresenta un esempio positivo per l’intero settore”.

Una misura che il governo si impegna a rendere strutturale. “Adesso, il passo successivo è l’avvio di un tavolo interministeriale per analizzare con le parti sociali l’intera filiera delle Tlc”,annunciano i due.

“La natura espansiva della nuova misura prevista dalla legge consentirà a Tim – spiega una nota Tim – in un equilibrio di efficienza e sviluppo dell’azienda, di tornare ad assumere e far fronte all’esigenza di reperire nuove professionalità richieste dalla trasformazione industriale in corso, in gran parte dovuta alla rivoluzione del 5G, prevedendo in aggiunta al programma di assunzioni per il periodo 2019/2020 l’impegno a realizzare un progetto di importante investimento per la formazione e riqualificazione del personale già impiegato in azienda”.

“Gli investimenti previsti, sia in termini economici che organizzativi, sono significativi, considerata la molteplicità delle professionalità presenti in azienda, il numero dei dipendenti coinvolti e la presenza territorial- fanno sapere da Tim – Peraltro, dal momento che la trasformazione tecnologica sarà continua nel tempo e riguarderà in modo trasversale tutte le professioni, sarà richiesto a tutti un impegno corale per garantire, per ognuna delle persone che lavora in Tim, un percorso di apprendimento continuo e di qualificazione (continuous learning) che durerà per tutto l’arco della vita professionale”.

Soddisfazione da parte di Asstel. “Nella filiera delle Telecomunicazioni, oggi tra i settori più avanti nella trasformazione digitale – spiega la dg Laura Di Raimondo – l’aumento dell’anzianità media dei dipendenti,  insieme alla necessità di adeguare le competenze professionali al rapido cambiamento, rende fondamentale dare vita a un patto intergenerazionale mirato a favorire iniziative di riqualificazione professionale e formazione continua, nonché a creare nuova occupazione preservando al contempo quella esistente. e, ove possibile, stabilire un percorso di accompagnamento alla pensione”.

“E’ auspicabile che il contratto di espansione diventi una misura strutturale e che includa anche le Pmi – conclude – Da parte nostra continueremo a lavorare con il Governo e le rappresentanze sindacali non solo per raggiungere questo obiettivo, ma anche per ampliarne il raggio di azione. Strumenti come il contratto di espansione  rappresentano quel cambiamento di paradigma da sostenere con forza se vogliamo che la trasformazione del lavoro sia una opportunità di sviluppo per il Paese”.

 Sulla stessa lunghezza d’onda i sindacati. “Si tratta di un accordo importante per diversi motivi. Si sana finalmente lo sfregio della cancellazione unilaterale del contratto aziendale e, sopratutto, si ricomincia a parlare di futuro e crescita professionale – dice Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil – Dopo anni in cui l’azienda è rimasta piegata su stessa a gestire quello che sembrava più che altro un lento declino – prosegue il sindacalista – con l’accordo siglato oggi Tim inizia nuovamente ad immaginare un proprio sviluppo”.

“600 assunzioni di profili del tutto nuovi legati alla digitalizzazione e alla diffusione delle nuove tecnologie, un vasto programma di formazione e riprofessionalizzazioni per migliaia di persone, tra le voci importanti dell’accordo – spiega – E poi la riacquisizione del contratto aziendale con percorsi di crescita professionale, consolidamenti orari, strumenti di conciliazione e vita lavoro”.

“Siamo soddisfatti per questo importante accordo che segna una importante discontinuità con il recente passato dove Tim ha sempre ragionato in maniera difensiva – commenta il segretario generale della Uilcom, Salvo Ugliarolo – Adesso invece si parla di sviluppo, si realizza la formazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori verso la tecnologia,  ormai prossima, del 5G e quella attuale per affrontare al meglio a il mondo della multimedialità e dei Big Data”.

“Fondamentale l’impegno del sottosegretario Durigon – evidenzia il sindacalista – che ha dichiarato che, il 5 settembre si aprirà un tavolo serrato di confronto sul mondo delle Tlc”.

Cosa prevede il contratto di espansione previsto dal decreto Crescita

La misura mira a sostenere la riconversione tecnologica delle aziende con oltre 1.000 dipendenti, puntando su turn over. Nel dettaglio il contratto di espansione prevede un piano di assunzioni di risorse umane qualificate; scivoli per la pensione fino a 5 anni e riduzione dell’orario di lavoro per i dipendenti che non hanno i requisiti per accedere allo scivolo; un piano di formazione per i dipendenti virato sull’hi-tech.

La misura è introdotta in via sperimentale per gli anni 2019 e 2020 e può essere attivata da quelle imprese che stanno avviando processi di reindustrializzazione e riorganizzazione che comportano, in tutto o in parte, una strutturale modifica dei processi aziendali finalizzati al progresso e allo sviluppo tecnologico dell’attività.

Il Piano di Tim

Il contratto di espansione è previsto dal’accordo firmato lo scorso 18 luglio tra sindacati e Tim. Tra i risultati raggiunti, il contratto di espansione; un progetto formativo che coinvolgerà circa 40.000 dipendenti; l’assunzione di 500 persone (salite a 600 in sede ministeriale) nel biennio 2019-2020; l’ampliamento del ricorso al lavoro agile (potranno utilizzarlo altri circa 3.300 lavoratori oltre ai 20.000 attuali utilizzatori). Dal punto di vista economico, una “una tantum” (ex premio di risultato) di 700 euro (500 in busta paga di agosto e 200 euro in busta paga a novembre) e una ‘una tantum’ legata al piano di gestione della riorganizzazione (variabile a seconda dei livelli).

Novità vi sono poi nella flessibilità d’ingresso, nel part time, nel sistema di inquadramento, nei permessi a recupero “a causali”, nell’integrazione “Era”, nel premio 2019 e in quello relativo al triennio 2020/2022, nel telelavoro e nel job posting. I temi normativi della piattaforma verranno affrontati in settembre con appositi incontri, (orario di lavoro, maggiorazioni, trasferimenti, flessibilità tempestiva, reperibilità ecc).

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