LAVORO

Tlc, via al tavolo Mise sugli appalti di rete

Primo incontro tra le parti sociali e il sottosegretario Manzella: focus sulle ricadute occupazionali della crisi e sull’impatto del progetto di rete unica. Fiom: “Stop gare al massimo ribasso”

Pubblicato il 03 Dic 2020

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Parte il tavolo al Mise sugli appalti nelle Tlc. Lo annuncia in una nota la Fiom. “Si è tenuto oggi il tavolo con il Mise alla presenza del sottosegretario Manzella per affrontare il tema del coinvolgimento delle aziende dell’impiantistica e dell’installazione nella realizzazione del progetto della rete unica italiana – dicono Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile telecomunicazioni e Rosita Galdiero per la Fiom-Cgil nazionale – Il governo ha preso l’impegno, su nostra richiesta, di coinvolgere tutti i sottosegretari interessati al tema delle telecomunicazioni per istituire una sede di confronto con tutte le aziende, dalla committente alle aziende appaltatrici, e garantire attraverso il ruolo del pubblico una regia complessiva che guardi all’introduzione del limite del massimo ribasso, al mantenimento dei livelli occupazionali, alla garanzia della qualità del servizio”.

Secondo i sindacati “occorre accelerare perché a marzo scade il blocco dei licenziamenti. Inoltre, siamo in una fase in cui le aziende di installazione stanno vivendo processi enormi di riorganizzazione”.

“Una riorganizzazione, spesso, di carattere societario – spiegano Tibaldi e Galdiero – che rischia di essere comandata dal mercato e dagli interessi dei fondi internazionali. Il perpetrarsi di gare al massimo ribasso alimenta l’utilizzo del subappalto che al Sud può facilitare l’infiltrazione della criminalità organizzata. Un limite al massimo ribasso nelle gare d’appalto porterà con sé un grande miglioramento del settore e restituirà dignità e diritti ai lavoratori”.

Nelle scorse settimane Fiom, Fim e Uilm avevano lanciato l’allarme sull’impatto che il progetto di infrastruttura unica può avere sull’occupazione delle imprese di rete, chiedendo al governo di aprire un tavolo.

“Siamo favorevoli alla nascita del nuovo soggetto FiberCop che ha annunciato l’avvio di un importante piano di investimenti pluriennale sullo sviluppo delle reti fisse ultrabroadband al fine di colmare il divario digitale ancora troppo evidente in tante zone del nostro Paese – recitava la nota – Siamo però, al tempo stesso, fortemente preoccupati delle possibili ricadute, sulle svariate migliaia di lavoratori occupati nelle attività inerenti la rete rame nelle aziende del comparto (parliamo di circa 5.000 lavoratori e lavoratrici)”.

Il timore è di “ritrovarci, come è già accaduto in passato, ad assistere nuovamente al tentativo di Tim di generare ulteriori risparmi nella rinegoziazione pluriennale di questi contratti di manutenzione rete rame, scaricando questa corsa al massimo ribasso dei prezzi, ancora una volta sulle spalle dei lavoratori, che sono già stremati, che hanno subito riduzioni di organico negli ultimi anni e che tuttora sono in molti casi, in cassa integrazione e considerati un esubero strutturale dalle aziende del settore, schiacciate in queste continue logiche di riduzione dei prezzi, attraverso il meccanismo del massimo ribasso”.

Fiom, Fim e Uilm chiedevano al Mise di intervenire per evitare “che ci siano gare a partecipazione pubblica con la logica del massimo ribasso, per scongiurare che ulteriori abbassamenti di prezzi, incidano sul destino delle lavoratrici e dei lavoratori della rete rame contribuendo ad aumentare gli esuberi dichiarati dalle aziende del comparto anziché ridurli”. Con pesanti ricadute sociali in un momento delicatissimo per l’occupazione.

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