L'OPERAZIONE

TMobile-Sprint, spunta un (altro) fronte anti-fusione

L’approvazione del merger da parte dei regolatori è stata superficiale, dicono gli avvocati statali che hanno fatto causa temendo una riduzione della concorrenza. E che ora chiedono al giudice di non cedere alle “pressioni” dal governo federale

Pubblicato il 10 Gen 2020

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Gli Stati Usa che hanno fatto causa per bloccare la proposta acquisizione di Sprint da parte di T-Mobile Usa hanno chiesto al giudice federale che supervisiona il processo antitrust di non lasciare che sia l’amministrazione Trump a influenzare la sua decisione finale sul deal. La fusione, che vale 26,5 miliardi di dollari, creerebbe negli Usa un colosso delle Tlc capace di competere con i big Verizon e At&t; il dipartimento di Giustizia e la Federal communications commission hanno già espresso parere favorevole, indicando che il deal agevola la diffusione della banda ultra-larga e del 5G. Per i 13 Stati che hanno sfidato il merger in tribunale la bocciatura è invece totale: i prezzi per i consumatori aumenteranno impedendo proprio quel superamento del digital divide auspicato da Washington.

Gli avvocati degli Stati di New York e della California, che guidano la causa (New York v. Deutsche Telekom, 19-cv-5434, U.S. District Court, Southern District of New York, Manhattan), hanno scritto nella memoria per il giudice distrettuale Victor Marrero che l’approvazione del deal da parte del dipartimento di Giustizia e della Fcc non ha rilevanza e il giudice dovrebbe ignorarla: “Il governo federale ha approvato il merger dopo quello che appare un esame superficiale delle condizioni per l’approvazione stessa” e la decisione “non è coerente” con l’ostilità finora dimostrata verso il consolidamento sul mercato mobile. Al contrario il governo federale ha chiesto, nei documenti depositati a fine dicembre presso il tribunale di New York dove si discute la causa, che il suo via libera venga tenuto nella massima considerazione.

Questioni antitrust

A dicembre il giudice Marrero ha ascoltato le testimonianze portate dai legali degli Stati Usa intese a dimostrare che l’unione degli attuali terzo e quarto maggiore carrier mobili americani farà salire i prezzi per gli utenti finali. In particolare, gli Stati hanno presentato gli sms scambiati tra il capo dell’antitrust Makan Delrahim (all’interno del dipartimento di Giustizia) e il presidente di Dish Network, Charlie Ergen, e che dimostrerebbero pressioni verso i senatori e il presidente della Fcc Ajit Pai per mandare in porto il deal. Delrahim ha finora evitato di approvare i merger se implicavano fare imposizioni alle aziende sul modo di condurre il loro business, dicono gli avvocati statali. Ma nel caso Sprint T-Mobile avrebbe proprio dato il disco verde chiedendo alcune dimissioni di attività a favore di Dish, che diventerà così il quarto operatore mobile sul mercato Usa.

Gli stati sostengono che le due telco insieme controlleranno il 34% del mercato nazionale i termini di fatturato e ciò renderebbe il deal illegale per le attuali leggi antitrust. Dish, fornitore di servizi Tv via satellite e privo di esperienza nella telefonia mobile, non può rappresentare un reale concorrente.  Al contrario, Dipartimento di Giustizia e Fcc hanno sottilineato l’impegno di T-Mobile a fornire copertura 5G all’85% delle popolazioni nelle aree rurali nei prossimi tre anni e il 90% in sei anni.

Merger ancora in bilico

La Fcc ha approvato la fusione tra i due operatori mobili americani lo scorso ottobre con il sì dei 2 commissari Repubblicani e del presidente Ajit Pai, molto vicino a Donald Trump, e il no dei 2 Democratici. A luglio era arrivato già l’ok del dipartimento di Giustizia, che ha imposto tuttavia dei “rimedi”, in particolare la vendita del business delle prepagate di Sprint, rappresentato dal marchio Boost Mobile, alla società della Tv via satellite Dish Network. La nuova telco mobile dovrà anche fornire a Dish accesso alle sue 20.000 torri mobili e altre infrastrutture. Secondo il dipartimento di Giustizia, grazie ai “rimedi” imposti per aprire il mercato mobile a Dish Network, il merger migliora la concorrenza e rende più veloce il lancio del 5G combinando i due player più “deboli” (rispetto ai giganti Verizon e At&t) per creare un player più forte.

La causa delle procure statali mira a ottenere dal tribunale di New York una sentenza che ordini lo stop alla fusione sulla base di motivi antitrust. Nei prossimi giorni si terranno invece le arringhe conclusive delle due parti; gli analisti di Wall Street non ritengono probabile che gli Stati vincano la causa, ma gli Stati potrebbero spuntarla se convincono il giudice che la vendita degli asset a Dish non andrà a buon fine come previsto e non riuscirà a tutelare la concorrenza sul mercato mobile.

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