IL CASO

Trade war, operativo il “ban” che fa fuori Huawei e Zte dai contratti governativi

Arrivano i regolamenti attuativi del divieto di acquisto da parte delle agenzie federali di apparecchiature di rete e tlc prodotte in Cina. Huawei pronta a ricorrere alle vie legali: “Azione punitiva che causerà danni anche ai cittadini statunitensi”

Pubblicato il 08 Ago 2019

Antonio Dini

usa-cina

Divieto di acquisto da parte dei contractor del governo federale di apparecchiature di rete e tlc prodotte in Cina da cinque aziende, inclusa Huawei. Come funziona il blocco? Mancavano sinora i dettagli che adesso dei divieti di acquisto contenuti nel National defense authorization act (Ndaa), la normativa federale dell’anno scorso. Adesso arrivano i regolamenti di attuazione.

Il divieto fa parte di una più ampia manovra degli Stati Uniti contro Huawei, il più grande produttore mondiale di apparecchiature per reti di telecomunicazioni, che Washington accusa di spionaggio e di furto di proprietà intellettuale.
Huawei ha ripetutamente negato di essere controllata dal governo cinese, dai servizi militari o di intelligence. Ha intentato una causa contro il governo degli Stati Uniti per le restrizioni alla legge sugli acquisti per la difesa.

Il divieto di acquisto, che è stato incluso nel National Defence Authorization Act approvato lo scorso anno, limita l’uso del budget federale per acquistare apparecchiature e servizi di telecomunicazione e apparecchiature di videosorveglianza da determinate società di telecomunicazioni, citando problemi di sicurezza nazionale.

Huawei ha dichiarato che “continua a contestare nel foro federale la costituzionalità del divieto”.

“La notizia non era inaspettata, di fatto si tratta del proseguimento dei regolamenti promulgati dalla National Defense Administration Act (NDAA) nel 2019 – commenta l’azienda in una nota – Tuttavia, Huawei continua  a contestare la costituzionalità della messa al bando presso il Tribunale federale. La legge NDAA e le sue disposizioni di attuazione non serviranno a garantire la protezione delle reti e  dei sistemi di telecomunicazione statunitensi, rappresenteranno piuttosto una barriera commerciale basata sul Paese di origine delle merci, invocando un’azione punitiva senza esibire  alcuna prova di condotta scorretta. In definitiva, saranno i cittadini delle aree rurali degli Stati Uniti che ne subiranno le peggiori conseguenze in quanto le reti che essi utilizzano per la  connettività digitale impiegano tecnologia Huawei”.

Un portavoce di Hikvision, un’altra delle cinque società vietate, ha dichiarato che l’azienda si è impegnata a rispettare le leggi e i regolamenti nei paesi in cui opera. Hikvision secondo il portavoce «ha compiuto molti sforzi per garantire la sicurezza dei suoi prodotti e per aderire a ciò che è richiesto dal governo degli Stati Uniti».
Huawei e altre due società – Zte e Hytera – non hanno ancora commentato i dettagli del bando dei loro prodotti. Anche la quinta azienda, Dahua, non ha rilasciato dichiarazioni.
Gli appaltatori americani del governo Usa invece sostengono di essere abbastanza confusi riguardo alla portata del divieto e al significato che avranno per le loro attività.
La prima regola che è stata implementa è il divieto pubblicato su un sito web degli appaltatori Usa, Acquisition.gov, gestito dalla General Services Administration, l’agenzia governativa responsabile per i contratti. Le regole indicate sono provvisorie e dovrebbero entrare in vigore il 13 agosto.

Il procedimento prevede che adesso il governo Usa possa accettare commenti sulla normativa per una durata massima di 60 giorni prima che questa venga cambiata e considerata nella sua versione definitiva. Questo consentirà alle agenzie di usufruire di deroghe fino al 13 agosto 2021, almeno per quanto riguarda gli appalti del governo federale per i quali non ci sono esigenze legate alla sicurezza nazionale.
Il divieto più ampio, che si applicherà ai contratti con qualsiasi società che utilizza apparecchiature delle cinque aziende cinesi, entrerà in vigore nell’agosto 2020.

A giugno, l’ufficio di gestione e bilancio della Casa Bianca (Omb) aveva chiesto al Congresso di sospendere il divieto per altri due anni, una richiesta che è stata rapidamente respinta dai falchi repubblicani della sicurezza nazionale.
«L’amministrazione – ha detto Jacob Wood, portavoce dell’Omb – è impegnata a difendere la nostra nazione dagli avversari stranieri e si conformerà pienamente al Congresso sull’attuazione del divieto delle apparecchiature di telecomunicazione e videosorveglianza cinesi, comprese le apparecchiature Huawei» .

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati