M&A

Vodafone, via libera alla fusione con Tpg: nasce colosso australiano delle Tlc

Un tribunale federale ribalta lo stop del regolatore antitrust e dà semaforo verde all’operazione da 15 miliardi di dollari. I due player uniranno le forze nelle comunicazioni mobili 5G e nei servizi Internet

Pubblicato il 13 Feb 2020

Patrizia Licata

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Un anno e mezzo per ottenere il sì definitivo: la filiale australiana di Vodafone e l’Internet provider australiano Tpg Telecom possono procedere con la fusione. Un tribunale federale ha approvato il merger da15 miliardi di dollari australiani (circa 10 miliardi di dollari Usa), annullando una precedente decisione dell’Antitrust (Accc). Nasce così in Australia un big delle telecomunicazioni capace di rivaleggiare con le grandi telco presenti sul mercato domestico. Il regolatore ha un mese di tempo per fare ricorso contro la decisione del tribuale.

Concorrenza agli incumbent

Per il giudice federale la fusione (annunciata ad agosto 2018) tra Vodafone Australia (joint venture di Vodafone con la telco locale Hutchison Telecommunications) e Tpg non sarà un danno né per la concorrenza né per i consumatori, al contrario di quanto sostenuto dall’Accc. Il merger punta in effetti a rivaleggiare con i big delle telecomunicazioni locali Telstra e Optus (di proprietà di Singapore Telecommunications), che sono entrambi fornitori di servizi Internet e operatori mobili. Ora Vodafone Australia e Tpg potranno unire le forze, ovvero le loro estese reti nazionali.

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Obiettivo 5G

Tpg cerca anche un modo per entrare nel mercato mobile 5G, dalle prospettive potenzialmente elevate e in cui Vodafone sta allargando la sua presenza.

“Questo merger…dà molta più certezza che ci sarà un forte attore del 5G sul mercato. Abbiamo la conferma che i player del 5G saranno tre”, ha affermato il ceo di Vodafone Hutchison Australia, Iñaki Berroeta, in una call con gli analisti.

“Siamo soddisfatti della decisione del tribunale federale”, ha commentato il fondatore e ceo di Tpg, David Teoh. Ora servono l’approvazione degli azionisti e degli altri regolatori, ma Credit Suisse ha scritto in una nota che “siamo sempre stati convinti che il merger sarebbe andato in porto con successo”.

La questione Huawei

Critico, ovviamente, l’Antitrust australiano: “I consumatori australiani hanno perso un’opportunità unica di avere più concorrenza sul mercato e servizi di telecomunicazione mobile meno cari ora che il merger può procedere”, ha affermato il presidente dell’Accc, Rod Sims. Sims, molto restio verso le grandi operazioni di M&A, ha detto che il regolatore passerà al vaglio la decisione del tribunale.

L’Accc sostiene che Tpg potrebbe costruire per conto suo una rete 5G, anche dopo la messa al bando della cinese Huawei, mentre Tpg afferma che non può farlo da sola, perché i fornitori non cinesi di apparati Tlc sono molto più costosi; di qui la necessità del sodalizio con Vodafone.

L’Australia – in linea con gli Stati Uniti – ha vietato le componenti di Huawei dalle reti 5G per motivi di cybersicurezza. La filiale australiana di Vodafone ha ripreso il roll-out delle nuove reti dopo essere stata costretta a uno stop perché privata delle attrezzature del vendor cinese.

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