LA GOVERNANCE

Internet, Camera approva mozioni su Bill of Rights. Giacomelli: “Usa e Ue marcino uniti”

I due provvedimenti impegnano il governo ad adottare iniziative mirate all’affermazione dei principi contenuti nella Carta dei Diritti di Internet, licenziata dalla commissione Boldrini. Il sottosegretario alle Comunicazioni: “Serve un governo delle Rete che sia multistakeholder”

Pubblicato il 03 Nov 2015

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La Camera dei Deputati ha approvato le mozioni “iniziative per la promozione di una Carta dei diritti in Internet e per la governance della rete”. Il dibattito e le due mozioni depositate – una dalla Lega Nord e un’altra sottoscritta unitariamente da tutti i gruppi politici alla Camera – è il frutto finale di lavoro istruttorio, cominciato nel luglio del 2014, svolto dalla Commissione sui diritti e i doveri in Internet, promossa dalla presidente Laura Boldrini, composta da deputati, da esperti, studiosi, operatori del settore e rappresentanti di associazioni, proprio con l’intento di giungere alla redazione di una “Dichiarazione dei diritti in Internet”.

Le mozioni impegnano il Governo ad attivare ogni utile iniziativa per la promozione e l’adozione a livello nazionale, europeo e internazionale dei princìpi contenuti nella Dichiarazione e a promuovere un percorso che porti alla costituzione della comunità italiana per la governance della rete definendo compiti e obiettivi in una logica multistakeholder.

“Il parere del Governo alla mozione è convintamente favorevole – ha affermato in Aula Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni – Nelle sue premesse che negli impegni, il documento disegna una linea sulla quale Governo e Parlamento possono trovare una traccia di lavoro comune, in un terreno sul quale non esiste un precedente e occorre dunque farsi carico della fatica e della responsabilità di trovare una risposta difficile a questioni nuove”.

Per Giacomelli l’Italia ha le carte in regola per promuovere una costituente per la governance e per un’ordinato sviluppo di Internet.

La Commissione ha tenuto dodici sedute, di cui sei dedicate allo svolgimento di audizioni di operatori del settore, esperti, rappresentanti delle varie istituzioni competenti in materia e delle associazioni di categoria, per un totale di 46 soggetti auditi.

“L’approccio multi stakerholder – ha dichiarato Giacomelli, intervenuto in aula a nome del governo – è la cifra distintiva della mozione sottoscritta da quasi tutti i gruppi”. “L’idea che la rete non appartiene ai governi nè alle istituzioni statali – ha notato ancora il sottosegretario – chiede un di più in termini di assunzione di responsabilità di tutti i soggetti e degli attori coinvolti e interessati. Per ora non c’è ancora un modello europeo, nè il tentativo di dare forma a un’idea di governo che mira al coinvolgimento di più soggetti interessati”.

“L’Italia penso abbia le caratteristiche e l’autorità per provare a dare il via a una costituente che abbia l’ambizione di sperimentare una forma di governo multi stakerholder dentro la dimensione giuridico-legislativa dell’Europa. Credo al dialogo fra i regolatori: è impensabile che la ‘net neutrality’ abbia una definizione e un significato negli Stati Uniti e un’altro, diverso, in Europa. Questo è un tema centrale, che presuppone un approccio aperto al confronto su questioni di grande rilevanza come il ruolo delle company della rete o al rapporto tra informazione e privacy”.

“Certi Paesi europei stiano impostando questi temi in un modo troppo muscolare e poco dialogante”. Il libero confronto, invece, è la strada da seguire come “dimostra l’ottimo lavoro svolto dalla Commissione. Si tratta di una buona base che permette all’Italia di promuovere una condivisione e un’aggregazione più ampia a livello europeo.

L’obiettivo è costruire, insieme agli Stati Uniti, l’asse portante per uno sviluppo ordinato di Internet, dove esista un ruolo dei governi in materia di sicurezza personale e collettiva ma dove l’autonomia e la libertà di accesso alla rete – ha concluso Giacomelli – rimangano l’elemento discriminante”.

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