BRUXELLES

Digital single market, Iva semplificata per tutti gli Stati

La Commissione Ue al lavoro su una direttiva che punta a semplificare le procedure. Il pagamento avverrà in un solo Paese che redistribuirà il dovuto. In dirittura d’arrivo anche la proposta di abbassare al 4% l’imposta per gli e-book, al pari dei libri cartacei

Pubblicato il 29 Nov 2016

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Una direttiva della Commissione europea, che dovrà poi ottenere l’ok del Consiglio e dell’Europarlamento, per semplificare alle aziende che operano in più stati dell’Unione le procedure per il pagamento dell’Iva. E’ il progetto a cui sta lavorando Bruxelles, che pensa anche al livellamento dell’imposta al 4% per gli e-book e i contenuti digitali, equiparandoli a quelli cartacei, come era da tempo richiesto da alcuni Paesi tra i quali l’Italia. Iniziative che fanno parte di un progetto più ampio per favorire il diffondersi dell’e-commerce sul territorio comunitario, e tra le quali rientra anche l’accordo trovato ieri per vietare il geoblocking, la possibilità per le società di vietare l’accesso al proprio sito (e quindi di usufruire di abbonamenti a servizi) fuori dai confini del Paese in cui è stato stipulato il contratto.

La riforma della raccolta dell’Iva online mira a evitare che i singoli operatori di e-commerce siano costretti a registrarsi in tutti i paesi in cui operano, per pagare l’imposta sul valore aggiunto nel Paese in cui hanno effettuato la vendita. Il mancato gettito dovuto alle frodi in questo campo, secondo le stime di Bruxelles, arriva a 5 miliardi di euro in un anno.

Secondo la riforma che la Commissione affiderà a una direttiva, le società online dovranno effettuare la registrazione in un solo Paese, e lì versare l’Iva. Sarà poi quello Stato a redistribuire i proventi verso i Paesi a cui erano indirizzate le vendite, come avviene già per i servizi su Internet. La misura, nelle intenzioni della Commissione, nasce per rimuovere gli ostacoli che frenano la diffusione dell’e-commerce sul territorio comunitario, e per recuperare evasione. In quest’ottica a Bruxelles si pensa anche all’eliminazione del prezzo minimo di applicazione dell’Iva, finora fissato a 22 euro.

Quanto al geoblocking, ieri il Consiglio d’Europa ha votato sì alla bozza di normativa che vieta quello non giustificato tra gli Stati membro. La regolazione vuole eliminare ogni discriminazione basata sulla nazionalità del cliente o il suo paese di residenza nell’accesso e nell’acquisto di prodotti o servizi all’interno del mercato unico digitale dell’Ue e dare impulso decisivo all’e-commerce.

“Fare shopping online in un paese Ue diverso dal proprio così come lo fanno i suoi residenti è ciò che i cittadini si aspettano oggi – ha detto Peter Žiga, Presidente del Consiglio Ue e ministro dell’Economia slovacco – Daremo stimolo all’e-commerce e i cittadini europei avranno più scelta di prodotti e servizi. Questo può accadere solo se si crea una garanzia di sicurezza e trust tra chi vende e chi compra e, con la decisione di oggi, raggiunta in pochi mesi dalla prima presentazione della proposta, spianiamo il terreno a una rapida apertura dei negoziati col Parlamento; potremmo concludere l’intero processo già l’anno prossimo”.

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