LO STUDIO

Internet of things, troppi manager italiani ancora scettici

Lo studio di “The innovation group”: nelle aziende del manifatturiero manca ancora la percezione dell’utilità del machine to machine, e i manager faticano a fissare obiettivi strategici. Anche a causa della carenza di competenze digitali

Pubblicato il 20 Feb 2017

A.S.

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L’Internet of things fatica a fare breccia all’interno del comparto manifatturiero italiano, dove i manager non sono ancora abbastanza consapevoli dell’utilità del machine to machine, e non riescono a individuare gli obiettivi e la valenza strategica di queste tecnologie. Sono i risultati della ricerca “Internet of Things: sono pronte le imprese italiane?”, pubblicata da The Innovation Group, in cui si analizza il livello di conoscenza e di diffusione delle tecnologie IoT all’interno delle imprese.

Basata su un campione di 295 aziende con sede in Italia, soprattutto del settore industriale, la ricerca mette in evidenza alcuni aspetti critici nella diffusione delle tecnologie IoT, che possono essere degli spunti di riflessione aggiuntivi per l’implementazione di piani e progetti sistemici, come ad esempio il Piano Industria 4.0. Una criticità è data dalla mancata percezione dell’utilità dell’IoT all’interno delle imprese, da cui deriva anche la difficoltà di individuare obiettivi strategici.

Emerge, inoltre, il tema della mancanza delle competenze necessarie allo sviluppo di progetti IoT: le imprese ritengono di essere carenti soprattutto in termini di competenze nell’ambito ICT e del digitale, mentre minore attenzione viene posta sulle competenze manageriali e gestionali. Infine, emerge con particolare rilevanza anche il tema della frammentarietà dell’offerta tecnologica, come ostacolo e vincolo allo sviluppo di progetti IoT. In particolare, la ridotta capacità dei fornitori Ict di fornire soluzioni ”chiavi in mano” e di guidare i propri clienti nella gestione della complessità legata ai progetti IoT viene percepita come fattore critico.

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