FUSIONE

Rai Way, le nomine Rai allontanano il polo delle torri?

A sorpresa designato dal cda Aldo Mancino battendo le attese su Valerio Zingarelli per la poltrona ora occupata da Stefano Ciccotti. Mossa che potrebbe avere un peso anche nell’affaire Mediaset-Vivendi

Pubblicato il 03 Apr 2017

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Polo delle torri più lontano? Potrebbe essere questa la conseguenza delle nuove mosse Rai sulle nomine di Rai Way, la controllata di Viale Mazzini per la gestione della rete di diffusione del segnale, secondo gli osservatori.

A sorpresa il cda Rai, che controlla Rai Way, ha designato Aldo Mancino, attuale direttore generale di Rai Way, come nuovo amministratore delegato, al posto dell’attuale Stefano Ciccotti. Per la presidenza ha proposto la conferma di Raffaele Agrusti. Come consiglieri indipendenti sono stati indicati Fabio Colasanti, Alberto De Nigro, Anna Gatti, Joyce Victoria Bigio, Donatella Sciuto e Libero Milone. La Rai ha indicato come consiglieri anche i nomi di Giampaolo Tagliavia, attuale capo del digital Rai, e Paola Tagliavini, nome aggiunto nel caso in cui la minoranza non presenti la sua lista. I nomi saranno trasmessi al Tesoro per il giudizio di compatibilità ai sensi della legge e dopo la pubblicazione approderanno all’assemblea degli azionisti di Rai Way, convocata per il 28 aprile e chiamata, tra l’altro, ad approvare il bilancio 2016.

Mossa a sorpresa e di stampo “politico” perché tutto finora lasciava pensare a una scelta di tipo economico-industriale: con un team diverso, pensato da Antonio Campo Dall’Orto, per la società delle torri, guidato da Valerio Zingarelli, scrive su FirstOnline l’ex responsabile relazioni esterne Rai Way, Patrizio Rossano. Già pronti per la sede di via Teulada un gruppo di dirigenti Rai con “in dote” una proposta di nuovo piano industriale mirato a nuove prospettivo di sviluppo di Rai Way.

Il colpo di scena rimescola le carte allontanando di fatto la possibilità di realizzazione del complicato progetto. Che avrebbe potuto rappresentare una chiave per l’affaire Vivendi-Mediaset: dismettendo l’asset torri, la società del biscione potrebbe risolvere il nodo della legge Tusmar (l’articolo 43 del Testo Unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici) alleggerendo il peso delle quote detenute da Vivendi.

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