IL CASO

Uber, da Pasqua blocco totale alle attività in Italia

A partire dalla mezzanotte di domenica diventa esecutiva la sentenza del Tribunale di Roma. Emergenza per mille autisti Ncc. Il general manager Tursi: “Per il ricorso ci vorranno settimane”. Resta attivo solo il servizio UberEats

Pubblicato il 12 Apr 2017

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Dalla mezzanotte di domenica 16 aprile l’app di Uber non mostrerà più alcun veicolo attivo. Da quel momento scatta infatti l’esecuzione della sentenza del 7 aprile del Tribunale di Roma ha ordinato il blocco, entro 10 giorni, dei servizi offerti dal gruppo Uber in Italia con la app Uber Black, ossia le berline nere con autista attive a Milano e nella Capitale, e le analoghe app Uber-Lux, Uber-Suv, Uber-X, Uber-XL, UberSelect, Uber-Van. I giudici hanno accolto un ricorso per concorrenza sleale delle associazioni di categoria dei tassisti.

In pratica chi ha un profilo su Uber potrà continuare a utilizzarlo all’estero ma se proverà ad aprire l’app in Italia non vedrà alcuna automobile. I profili degli autisti verranno bloccati

La società ha annunciato ricorso, ma in un’intervista al Corriere della Sera, il general manaher per l’Italia, Carlo Tursi ammette che i tempi saranno lunghi. “Per il ricorso ci vorranno alcune settimane – dice – La decisione del Tribunale, fra l’altro, va in direzione opposta a quanto previsto dall’ultimo Milleproroghe sul rientro, non più necessario, in rimessa delle auto Ncc”.

Il decreto Milleproroghe approvato a fine febbraio stabilisce che per gli Ncc non c’è l’obbligo di ritorno in rimessa, la conferma del divieto di servizi come UberPop con autisti non professionisti e una lotta rinnovata ai tassisti abusivi.

Ma Uber non si ferma. “Vogliamo focalizzarci sul futuro e provare ad andare avanti. UberEats (l’app del gruppo per le consegne di cibo lanciata a Milano lo scorso ottobre, ndr) continuerà a funzionare e l’auspicio è di portarla a Roma entro l’anno”, annuncia Tursi.

L’Italia non è l’unico paese ad aver chiuso la porta al colosso statunitense. L’ultimo è stato la Danimarca, ma l’elenco comprende anche la Colombia, il Northern Territory in Australia e la Corea del Sud. In Francia, Belgio, Spagna, India e in parte degli Stati Uniti la mediazione ha portato a qualche restrizione ma comunque l’operatività.

La decisione della nona sezione civile del Tribunale di Roma arriva dopo che già due anni fa a Milano, sempre accogliendo un ricorso cautelare dei tassisti, i giudici avevano disposto il blocco della app UberPop, uno dei servizi messi a disposizione dalla multinazionale americana e che permette a chiunque di fare il tassista senza licenza. Un blocco, poi, confermato nelle scorse settimane anche dal Tribunale di Torino.

Resta il fatto che da domenica sarà emergenza per almeno 1000 autisti Ncc che lavorano per Uber. “Per alcuni si parla anche di 2.500-3.000 euro al mese. Due terzi dei driver possiedono auto con meno di tre anni: hanno fatto investimenti – sottolinea Tursi – Sono autisti indipendenti con la partita IVA. Scelgono autonomamente come impiegare il loro tempo”.

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