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Poletti: “Industria 4.0 sarà disruptive per il lavoro, attrezziamoci”

Il ministro del Lavoro: “Non facciamoci frenare dalla paura. Serve un confronto aperto”. E rilancia sul “cantiere lavoro”

Pubblicato il 28 Apr 2017

F.Me

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“C’è un grande rischio”, ossia che “l’innovazione, la tecnologia, la digitalizzazione, l’automazione, possano esser vissuti da una parte importante della nostra società come una minaccia” e “la paura può diventare veramente un elemento di freno ad usare al meglio ciò che la tecnologia e l’innovazione ci possono consegnare”, pertanto “abbiamo bisogno di confrontarci su questo cambiamento”. Lo ha sottolineato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, nel suo saluto video al congresso dei consulenti del lavoro. “Noi – ha detto il ministro – veniamo da una storia per cui le crisi le abbiamo considerate una fase di turbolenza tra due fasi di quiete”, però adesso “non sarà più così”, giacché “il cambiamento sarà un cambiamento permanente, sistematico e dovremmo attrezzarci per gestire la transizione in questa situazione, sapendo che abbiamo di fronte un dato di grande novità: la velocità del cambiamento dell’innovazione tecnologica che è molto più alta della capacità di cambiamento sociale e di cambiamento culturale, anche di cambiamento delle istituzioni”.

Nei giorni scorsi Giuliano Poletti ha aperto il cantiere su Industria 4.0 e il lavoro del futuro, chiamando a raccolta non solo le imprese e i sindacati ma tutti quei soggetti che impatteranno con la digitalizzazione e l’automazione che verrà. Obiettivo, quello di costruire, attorno ad un documento guida dell’Ilo, un contenitore virtuale di proposte coordinate e condivise su come governare le trasformazioni in atto sul mercato del lavoro da cui ogni attore potrà attingere per la messa a punto di proprie strategie con cui fronteggiare al meglio i problemi che un cambiamento tecnologico porterà con sè. Nessun intervento normativo omnibus da parte del governo è per ora previsto alla fine del percorso; quanto piuttosto la volontà di lasciare liberi il Parlamento o le parti sociali, nella contrattazione, o qualsiasi altro soggetto istituzionale e non, di adottare le indicazioni più utili ed adatte che emergeranno da questo brainstorming pubblico.

L’idea è quella di “andare oltre il tradizionale dialogo sociale” per cercare di coinvolgere nel confronto anche soggetti non istituzionali ma ugualmente rappresentativi di realtà lavorative. Ad aiutare il progetto arriva anche un portale ad hoc sul sito del ministero (www.lavorochecambia.lavoro.gov.it) cui far confluire, in un apposito Forum, idee, riflessioni e progetti.

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