L'INTESA

Web Tax, accordo Ocse anti-paradiso fiscale

Firmata a Parigi la prima intesa fra 68 Paesi contro la “pianificazione fiscale aggressiva” di multinazionali e colossi dell’online. Si punta all’emersione di un terzo dei 240 miliardi in fuga. Il ministro Padoan: “Ora più risorse per finanziare i beni pubblici”

Pubblicato il 08 Giu 2017

A.S.

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“Firmato l’accordo multilaterale tra più di 60 Paesi contro l’elusione fiscale delle imprese multinazionali. Da contrasto a elusione ed evasione fiscale più risorse per finanziare i beni pubblici e la riduzione delle disuguaglianze”. Lo ha scritto ieri sera in due tweet il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, annunciando la firma all’Ocse della convenzione che obbligherà le multinazionali e i colossi dell’online a pagare le tasse nei paesi in cui avvengono le transazioni. La firma, che ho coinvolto in tutto 68 Paesi, è arrivata al termine della prima giornata della riunione ministeriale dell’Organizzazione a Parigi.

La convenzione trasferisce a livello multilaterale tra i paesi firmatari una serie di accordi bilaterali che mirano a contrastare il cosiddetto ‘shopping’ fiscale dei gruppi multinazionali, cioè la pratica di portare la base imponibile, quindi gli utili societari, dai Paesi ad alta fiscalità in cui vengono originati a Paesi con una fiscalità bassa o nulla. Stando alle stime dell’Ocse, questa pratica sottrae alle finanze pubbliche globali da 100 a 240 miliardi di dollari di introiti ogni anno, pari a una cifra che va dal 4% al 10% delle tasse pagate dalle società ogni anno.

In totale, precisa l’Ocse, sono 76 i Paesi coinvolti, tra quelli che hanno firmato e quelli che hanno espresso l’intenzione di firmarlo, e tra questi non ci sono gli Usa, che hanno annunciato la decisione prima dell’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca. La nuova convenzione, che è il primo trattato multilaterale di questo tipo, permetterà di introdurre in tempi brevi una serie di misure previste da trattati fiscali finora bilaterali, e ridurrà quindi lo spazio per l’elusione fiscale da parte delle multinazionali che ricorrono alla cosiddetta Beps (Base erosion and profit shifting).

“La firma di questa convenzione è una pietra miliare nella storia dei trattati sulle tasse – afferma Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse – Ora ci stiamo muovendo rapidamente verso l’attuazione delle riforme concordate nell’ambito del Beps Project in oltre 1.100 trattati sulle tasse a livello mondiale. La nuova convezione porterà più certezza e prevedibilità per le aziende e un migliore funzionamento del sistema fiscale internazionale”. “Questa convenzione traduce la volontà politica di porre fine alla pianificazione fiscale aggressiva”, aggiunge Pascal Saint-Amans, direttore del centro di politica e amministrazione fiscale dell’Ocse.

Soddisfatto anche Wolfgang Schauble, ministro delle finanze tedesco, secondo cui la firma del trattato “è un segnale potente”: “La battaglia contro l’elusione e l’evasione fiscale non è facile. A volte sembra di essere Ercole che combatte contro l’Idra. La globalizzazione e la digitalizzazione aprono continuamente nuove opportunità alle aziende e sfortunatamente tra queste c’è quella di evitare le tasse. Lavorando assieme, concordando misure comuni in modo coordinato, saremo in gradi di assicurare gli introiti fiscali di tutti i Paesi e mostrare che la cooperazione internazionale può funzionare e funziona, nell’interesse di tutti”.

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