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Web tax, gli Usa alzano la voce: “Niente azioni unilaterali”

L’avvertimento alla Ue lanciato dalla presidente della Camera di Commercio con sede a Bruxelles, Susan Danger: “Impatti negativi su investimenti e occupazione”

Pubblicato il 27 Set 2017

Federica Meta

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Gli Usa “avvisano” la Ue: niente azioni unilaterali sulla web tax. L’avvertimento arriva dalla Camera di Commercio americana con sede a Bruxelles (AMCham EU). “Un’azione unilaterale metterebbe a rischio gli sforzi internazionali per risolvere le questioni fiscali – ha spiegato la presidente Susan Danger – La tassa sul fatturato per le aziende che operano sul web, come proposta dai quattro grandi Paesi dell’Unione, ridurrebbe gli investimenti, peserebbe sull’occupazione e penalizzerebbe le giovani aziende”.

La tabella di marcia decisa a livello europeo prevede che i 28 Paesi assumano una decisione entro l’anno e che nella primavera del 2018 la Commissione Uepresenti un progetto legislativo.

In vista del Digital Summit di Tallinn, in Estonia, in agenda giovedì e venerdì i 4 grandi hanno definito la proposta comune: assicurare che per l’Iva lo stesso contenuto, prodotto o servizio sia soggetto all’imposta nello Stato membro Ue di consumo indipendentemente dalla natura fisica o digitale. Tassazione del reddito d’impresa in modo che i profitti tassabili, inclusi quelli derivanti da attività digitali, “siano attribuiti in modo appropriato là dove viene creato il valore”.

Per le imprese che spostano in paesi non Ue i profitti tassabili ottenuti nel mercato interno, “per rimpatriare nella Ue la quota di imposizione indebitamente trasferita offshore, la Ue potrebbe esplorare opzioni per un prelievo compensativo nel settore digitale (equalisation levy)”. I ministri avevano chiesto di definire una webtax “sul fatturato generato in Europa dalle società digitali”.

Nel paper che illustra la posizione dei quattro leader europei si afferma che “l’economia digitale ha conseguenze profonde sul modo in cui funziona il business e il modo in dovrebbe essere tassato”. Ciò implica “una profonda revisione degli attuali sistemi fiscali”. In particolare sull’Iva “non ha senso applicare un doppio standard che altererebbe le condizioni competitive del mercato e la capacita’ di crescita del business”. Quanto alla tassazione del reddito di impresa, l’attuale sistema per l’imposta sui profitti delle multinazionali si fonda sulla presenza fisica delle imprese e sulle funzioni condotte dagli staff.

In un’intervista rilasciata a CorCom la commissaria al Digitale, Mariya Gabriel, ha ammesso che le attuali regole per la tassazione internazionale non sono in linea con il proliferare di imprese digitali di svariate tipologie ed è necessario assicurare lo stesso livello di competizione a tutte le aziende. “Da una prospettiva Ue dobbiamo sia proteggere il nostro Mercato unico dall’evasione fiscale sia assicurare che non ci sia un approccio frammentato nei singoli Stati membri. Quindi stiamo cercando di dare vita ad un approccio comune a livello Ue verso questa importante questione che possa essere sostenuta nel lavoro internazionale dell’Ocse – ha spiegato – Se i progressi nell’individuare l’approccio internazionale saranno lenti allora sarà necessario sviluppare un nostro approccio a livello Ue. Ancora una volta, l’Unione europea deve essere pronta a fare da guida e da esempio per affrontare la questione”.

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