SICUREZZA

Cyber difesa, l’Europa chiede più investimenti

Gli attacchi cibernetici costano 400 miliardi di euro su scala globale: l’Europa affilerà le armi con i competence center per l’R&D, un sistema di certificazione per la cyber sicurezza e più crittografia per prodotti e servizi sul Mercato unico. Ma occorre un approccio coordinato, dice il Consiglio Affari Generali

Pubblicato il 20 Nov 2017

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Il Consiglio Affari Generali (CAG) dell’Unione europea chiede un rafforzamento della cyber sicurezza e un miglioramento della cyber resilienza in tutti i paesi dell’Unione, con politiche coordinate e nel pieno rispetto delle libertà individuali che vanno armonizzate con la necessità di difendere la stabilità politica, economica e sociale da una delle più gravi minacce oggi esistenti.

E’ quanto si legge nelle conclusioni adottate dal CAG che, in linea con quanto indicato dal Consiglio d’Europa dello scorso ottobre, mette in evidenza la necessità che tutti i paesi Ue rendano disponibili risorse e investimenti in misura adeguata per affrontare le sfide della spazio cibernetico. Resilienza, creazione di potenti deterrenti e solida difesa sono le parole d’ordine per la cyber sicurezza in Ue, scrivono i ministri riuniti nel CAG. L’approccio coerente a livello nazionale, europeo e globale è essenziale, si legge ancora, perché le cyber minacce hanno un impatto potenzialmente molto rilevante su democrazia, prosperità economica, stabilità politica e sicurezza su vari livelli.

Tra i progetti in cantiere che il Consiglio Affari Generali supporta c’è il potenziamento della ricerca e sviluppo tramite la creazione di una rete di centri di competenza sulla cyber security in tutto il territorio Ue. Un altro progetto che ha il pieno sostegno del CAG è la definizione di un sistema di certificazione per la cyber security con l’obiettivo di far crescere il senso di fiducia nelle soluzioni digitali. Nelle conclusioni adottate dal CAG si insiste infatti sulla correlazione fra “trust” nell’Europa digitale e la capacità di ottenere un alto livello di cyber resilienza in tutta l’Unione. Attenzione particolare è rivolta al rafforzamento della crittografia nei prodotti e servizi all’interno del Mercato unico digitale.

Tra le altre misure che il Consiglio Affari Generali ritiene importanti ci sono: fornire i necessari strumenti per perseguire il cyber crime, lo sviluppo di un sistema di risposta coordinato a livello Ue in caso di cyber incidenti e crisi di vasta scala, e lo svolgimento di regolari esercitazioni europee per affinare la capacità di affrontare le emergenze cyber. Per quanto riguarda gli aspetti globali e diplomatici della cyber security, il CAG sottolinea la rilevanza della cooperazione internazionale e auspica la creazione di un framework chiaro per l’utilizzo da parte dell’Ue di strumenti di natura politica, diplomatica e economica come risposta agli attacchi cibernetici.

“Il cyber crime e i cyber attacchi sponsorizzati dai governi sono una delle più gravi minacce globali per le nostre società ed economie”, ha dichiarato Matti Maasikas, vice ministro per gli Affari europei dell’Estonia che ha presieduto la riunione odierna del CAG. “Ogni anno vengono persi 400 miliardi di euro in tutto il mondo a causa dei cyber attacchi: questo dimostra la necessità che l’Europa si avvalga di tutti gli strumenti disponibili per accrescere la stabilità nel cyber spazio e rispondere agli incidenti di vasta scala. L’Ue deve stare un passo avanti”, ha continuato Maasikas: “Aumentare le nostre iniziative e i nostri investimenti in cyber sicurezza è il pre-requisito per costruire un Mercato unico digitale forte e affidabile per i cittadini Ue”.

Il CAG ha anche sottolineato che l’Unione europea continua a promuovere la natura “globale, libera, pacifica e sicura” del cyber spazio, dove i diritti umani e le libertà fondamentali, in particolare la libertà di espressione, l’accesso all’informazione, la protezione dei dati, la privacy, la sicurezza e tutti i valori e principi cardine dell’Ue, siano pienamente applicati e rispettati tanto in Ue quanto a livello globale, e ha messo in luce l’importanza di trovare un equilibrio tra la difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali e la necessità di implementare un’adeguata strategia di sicurezza interna per l’Europa.

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