ELEZIONI 2013

Cardani (Agcom): “Par condicio, servono regole per il web”

Il capo dell’Authority chiede che sia il Parlamento a farsi carico dell’analisi del settore “attribuendo in maniera più precisa le responsabilità in caso di posizione dominante o uso scorretto di Internet”

Pubblicato il 29 Gen 2013

L.M.

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“È necessario che ci sia una normativa per il web, che non c’è. Al momento tutto ciò che avviene su Internet non è sottoposto alla nostra giurisdizione”. Lo ha detto il presidente dell’Agcom, Marcello Cardani, in un’intervista al Tg1, parlando di campagna elettorale e par condicio in relazione alle nuove tecnologie.

“Il ricorso a strumenti nuovi è crescente – ha proseguito – e quindi ritengo che il parlamento prima o poi debba esaminare la questione”. Secondo il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni “andrebbe fatta una revisione completa del settore, attribuendo in maniera più precisa le responsabilità nei casi di posizioni dominanti o uso scorretto della rete. La vera difficoltà però – ha concluso Cardani – è il problema della misurazione: mentre in tv abbiamo degli strumenti, imperfetti ma relativamente semplici come la rilevazione dei minuti di trasmissione, in un ambito Internet il problema è molto più complesso”.

Già lo scorso 23 gennaio il presidente dell’Authority, a margine delle celebrazioni per il decennale dei Corecom, aveva giudicato “possibile applicare la par condicio sui social network” ma aveva ribadito che per il momento l’Agcom non ha strumenti a disposizione. “Occorre prima una valutazione quantitativa da parte del parlamento – aveva proseguito – ma penso che prima o poi sarà inevitabile intervenire sul tema”.

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