TRIPWIRE. Innovazione alla norvegese

Pubblicato il 04 Lug 2011

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«Una diffusione capillare e corretta degli strumenti informatici
nella PApuò consentire un salto di qualità non soltanto nei
compiti di gestione, ma soprattutto in quelli di governo”. È un
richiamo in prima pagina d’un articolo di ottobre 1978 su
“GO”, Giornale Olivetti, mensile che in quegli anni, in
solitudine siderale, perorava l’innovazione che solo ora
s’intravede, non senza contrasti e ritardi.

Era firmato da Aldo Viglione, presidente della Regione Piemonte.
M’inoltro nella lettura mentre sul mio schermo arriva il video
http://www.atlanterhavsveien.no. Racconta una strada,
Atlanterhavsveien, che collega la Norvegia all’isola di Averøya,
con sette ponti per saltare su altrettanti isolotti, sfidando
l’oceano Atlantico con 8274 metri di curve in calcestruzzo. Una
strada così fu concepita nel 1909 e accantonata nel 1935, mentre
il mondo ribolliva e la tecnologia scarseggiava. A metà degli anni
’70 il progetto ripartì, grazie anche ai primi computer. Quando
Viglione scriveva, Atlanterhavsveien era avviata. I lavori
cominciarono il 1° agosto del 1983; finirono sei anni dopo.
Costarono meno dell’autostrada Roma-Fiumicino.

Il treno da Palermo a Catania, 166 km, oggi impiega 6 ore; da
Reggio Calabria a Taranto, 390 km, 9 ore; tanto quanto ne
impiegavano a ottobre del 1978, nel 1935 o in carrozza. Il treno da
Venezia a Torino è più veloce che nel 1978, ma secondo taluni lo
è troppo e non deve andare oltre. Però in futuro ci ricorderanno
perché, già nel 1978, scrivemmo d’innovazione e guadagneremo lo
stesso rispetto che meritarono gli arabi, inventando i numeri e poi
fermandosi compiaciuti a contarli tutti. Il pezzo di GO è attuale.

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