PRIVACY

Savarese: “La Ue non penalizzi lo sviluppo del cloud”

Il commissario dell’Agcom: “La nuvola in Italia si sta sviluppando bene, ci auguriamo che il Data Protection Act europeo non freni il mercato”

Pubblicato il 19 Mar 2012

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“Il cloud in Italia si sta sviluppando bene, è un fenomeno in crescita e come tale va monitorato e guidato, nel senso che va lasciato crescere senza regole eccessive. Il tentativo da parte dell’Unione Europea di imporre regole in qualche caso penalizza la crescita”. Lo ha detto Enzo Savarese, commissario dell’Agcom, a proposito delle prospettive di sviluppo in Italia del mercato del cloud nel settore aziendale.

E quindi sul fronte della tutela della privacy, “Quello che ci auguriamo – aggiunge Savarese – è che anche nel Data Protection Act a livello europeo sia finalmente presente un qualche elemento che permetta uno sviluppo equilibrato, senza penalizzazioni eccessive”. In altre parole, secondo il commissario “va fatto uno sforzo di semplificazione e quindi penso che il livello di intervento debba essere quanto più “plain”, quanto più piano possibile”.

A proposito del rapporto conflittuale fra telco tradizionali e Ott, Savarese dice che “Non possiamo nemmeno d’altra parte tollerare che ci siano differenze di trattamento fra le telco tradizionali e gli Ott – precisa – Dobbiamo immaginare che ci sia uno stesso tipo di approccio, e delle due l’una: o l’approccio è quello di portare più regole sopra, Over-the-top, oppure di portare meno regole sotto nei confronti delle telco. Io personalmente credo che sia più opportuno portare meno regole sotto, nell’arena delle telco tradizionali”.

Sul faro dell’antitrust Ue sugli incontri delle 5 big delle Tlc europee, Savarese non si tira indietro: “Finché non ci sono comportamenti collusivi nel determinare politiche di mercato e quindi andare contro i consumatori non ci vedo niente di male né di poco trasparente – dice il commissario dell’Agcom – sarebbe molto più grave se si incontrassero Wind, Telecom Italia, 3 e Vodafone per stabilire i prezzi della telefonia mobile, come nel caso della famosa 357 dell’Antitrust”.

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