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E-commerce multicanale, ecco le case history d’eccellenza

Adidas, Magazine Voce, Bricmania e Bolia. Le grandi aziende migrano su Facebook & co. per incrementare il business

Pubblicato il 09 Apr 2013

Giovanni Iozzia

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Integrazione dei canali, grande inserimento di tecnologie digitali nei punti vendita, uso dei social media, comunque centralità del cliente. Sono le principali tendenze emerse dal Retail Innovation Award 2012, organizzato a livello mondiale dall’Ebeltoft Group (rappresentato in Italia da Kikilab). Ecco una selezione delle case history più innovative.
L’Award 2012 è andata alla catena di abbigliamento tedesca C&A per un’iniziativa in Brasile. La società ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una collezione dedicata alla festa della mamma. I like ricevuti dagli abiti venivano mostrati in tempo reale in un display negli appendini del negozio nello Shopping Center di San Paolo. Risultato? La collezione ha avuto ritmi di vendita superiore alla media e C&A è diventato il maggior brand fashion su Facebook in Brasile con 55mila nuovi fan (totale quasi 300mila.
Bricmania aveva già e-commerce. Da un anno ha convertito il Bricstore vicino Barcellona in uno showroom dove vengono esposti i prodotti più innovativi e viene data consulenza ai clienti. Tutto il resto si sceglie online su schermi digitali. In 24 ore quel che si desidera è disponibile in negozio o a casa.

In Germania Emma era la zia dei tradizionali negozi di quartiere. Emmas Enkel, a Dusseldorf, sono i “nipotini” tecnologici: un cross channel che capovolge le regole del settore. Poche scaffali per il self service, pareti digitali con QrCode, iPad per scegliere e ordinare i prodotti che vengono poi consegnati a casa. La formula vincente è stata la combinazione di stile retrò e uso del digitale.
Magazine Voce è la terza catena di elettronica di consumo del Brasile. Ha usato i social media Facebook e Orkut per creare una fonte di guadagno per i suoi clienti, che diventano rivenditori virtuali. Chiunque può creare un personal store online attingendo al catalogo della società: gli viene riconosciuto il 4,5% sulle vendite realizzate attraverso la propria rete di amici. A pochi mesi dal lancio, nel 2012, i rivenditori sui social erano quasi 50mila, con una percentuale di vendite del 40% superiore a quelle realizzate nel web store aziendale. Bolia, catena di arredamento scandinava, ha lanciato in Svezia, Norvegia e Germania un nuovo format di negozio che gioca sul contrasto tra natura e tecnologia. Un grande schermo multitouch permette di “incontrare” i design e scoprire i nuovi prodotti; iPad e computer offrono la possibilità di acquistare online; la colonna sonora può essere scaricata dai social media. Binomio: coinvolgente esperienza fisica + grande innovazione digitale.
Adidas voleva riconquistare il pubblico fashion dei teenager. Ha così lanciato in Germania una nuova insegna, NeoLabel, concepita in una chiave totalmente digitale. Nei negozi, per esempio, c’è una grande social mirror, un display che permette di fotografarsi mentre si prova qualcosa e postare immediatamente l’immagine su Facebook o Twitter. È uno dei primi negozi al mondo costruito attorno alla logica like-dislike.
Da 4Food a New York il cliente interagisce con il menu. In negozio, o sul sito della società, può creare il suo hamburger scegliendo tra 140 milioni di combinazioni possibili, lo brandizza con il suo nome e lo vede esposto nel digital wall, dove conquista posizioni man mano che ottiene like su Facebook. Non solo. Ogni volta che qualcun altro lo ordina, riceve un credito per acquisti futuri. I social media, quindi, sono incorporati nel business model.

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