CARTA & WEB

Anselmi (Fieg): “Editoria: il 90% dei ricavi dalla carta, solo il 10% dal web”

La filiera chiude il 2012 con ricavi per 32,9 miliardi di euro in flessione del 7,9%. Ma secondo il presidente della Federazione editori di giornali “la carta resta il cuore del settore nell’attuale fase di integrazione con Internet”

Pubblicato il 10 Apr 2013

Paolo Anastasio

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La filiera della carta, editoria, stampa e trasformazione continua a soffrire, con il fatturato complessivo sceso a 32,9 miliardi di euro nel 2012, in diminuzione del 7,9% rispetto al 2011 ai minimi storici dal 2000. Il settore soffre in maniera più accentuata rispetto alla contrazione dell’industria italiana, che l’anno scorso ha registrato una flessione dei ricavi del 4,5%.

Questa in sintesi la fotografia della filiera della carta, dell’editoria, della stampa emerso nel corso del convegno annuale della filiera “Carta e Web: l’integrazione tra scelte strategiche e tecnologiche” che si è tenuto oggi in Senato a Roma, presieduto da Giulio Anselmi, presidente della Fieg (Federazione italiana editori di giornali), al quale hanno partecipato le associazioni della filiera Acimga, Aie, Anes, Argi, Asig, Assocarta, Assografici. Fra i relatori Alessandro Nova, professore dell’Università Bocconi autore della ricerca sullo stato dell’arte della filiera, il sottosegretario all’Editoria Paolo Peluffo, l’esponente del Pdl Giorgio Lainati e il senatore del Pd Vincenzo Vita.

Giulio Anselmi (Fieg): “Il nostro cuore resta la carta”

“La carta rappresenta sempre il 90% dei ricavi del settore editoria – dice Giulio Anselmi, presidente della Fieg – L’editoria nel 2012 presenta dati in rosso per il quinto anno consecutivo nonostante l’integrazione in atto con il digitale, che dà segnali positivi. La filiera della carta occupa 213mila addetti, pari al 5% dell’occupazione nel settore manifatturiero, che diventano 740mila con i 527mila addetti dell’indotto. Serve un sostegno forte per un settore stragico per l’infomrazione e per l’economia del paese”.

Il mondo del web “rappresenta il nostro naturale interlocutore come via d’uscita da questa situazione – aggiunge Anselmi – ma la carta resta il nostro punto di riferimento. Non lo dico da nostalgico e non nativo digitale, ma lo dico guardando i numeri. L’online è il futuro, ma oggi la carta resta il nostro cuore”.

Secondo il presidente degli editori “Chi governerà non dovrà fare regali alla filiera della carta e all’editoria ma aiutarci e accompagnarci in questa transizione al digitale, che dovrà avvenire all’insegna dell’integrazione e in nome della qualità. La mia unica preoccupazione – ha aggiunto in conclusione – che è anche un auspicio è che da domani arrivi un interlocutore che consideri l’informazione un bene comune per il nostro Paese”.

Per quanto riguarda il rapporto degli editori italiani con Google, il presidente Anselmi ribadisce le posizioni già espresse in un’intervista al Corriere delle Comunicazioni dal direttore Generale della Fieg Fabrizio Carotti: “Noi abbiamo firmato un accordo con gli editori francesi e tedeschi per contrastare i motori di ricerca online che usano indebitamente contenuti giornalistici – dice Anselmi – il mio auspicio è che si raggiunga un’intesa con Google. Il governo Monti ci stava lavorando, ci auguriamo che il discorso venga ripreso al più presto. Non ha senso che gli editori italiani facciano la guerra a Google. Non siamo come gli editori brasiliani”, chiude Anselmi, precisando che “Il digitale è fondamentale, il passaggio all’online è in corso, e le due gambe su cui si regge l’editoria, la carta stampata e il web, devono procedere insieme – chiude Anselmi – Detto questo, per ora in Italia la carta pesa ancora per il 90% sui ricavi complessivi dell’editoria e di questo dobbiamo tenere conto”.

Alessandro Nova (Bocconi): “Pesa la crisi della domanda”
La crisi pesa sulla filiera “a causa della minor propensione delle famiglie alla spesa (-4,3%) e per prodotti culturali (-4,4%) – dice Alessandro Nova, professore dell’Università Bocconi, illustrando i dati della ricerca – pesa anche la caduta della pubblicità che nel solo 2012 è diminuita del 17,7% sulla stampa e continua in un trend negativo anche nel 2013. C’è poi l’erosione dei nuovo media digitali”. Il professore della Bocconi avanza alcune proposte per invertire il trend, dal rifinanziamento del credito agevolato per le imprese della filiera, al credito d’imposta a favore delle imprese produttrici di prodotti editoriali, dell’industria grafica, cartotecnica e cartaria. Sul fronte della domanda, altre proposte riguardano la promozione della lettura, con la proposta di detassare l’acquisto di libri di testo scolastici e universitari e la spesa per gli abbonamenti a quotidiani e periodici, con particolari contributi ai giovani che sottoscrivono abbonamenti ai giornali. Infine, altre proposte anticongiunturali riguardano il credito d’imposta per l’acquisto di carta da parte di imprese editrici e stampatrici di giornali e sugli investimenti pubblicitari.

Paolo Culicchi, presidente di Assocarta, ha evidenziato il rischio che la rincorsa al digitale, non accompagnata da adeguate infrastrutture, comporti solo costi sociali e perdita di posti di lavoro, come avvenuto con il recente Decreto Profumo sui libri scolastici.

Paolo Peluffo: “Finanziamenti all’editoria insufficienti”

Dal punto di vista normativo, la legge sull’Editoria prevede finanziamenti complessivi per 150 milioni di euro, un budget assai ridotto rispetto ai 600-700 milioni che ancora nel 2007 venivano distribuiti alla carta stampata. “Oggi il sostengo all’editoria che c’è in Italia è il più modesto d’Europa, le testate sovvenzionate sono passate da 260 a 208 – dice il sotto segretario all’Editoria Paolo Peluffo – Il livello attuale dei finanziamenti all’editoria è ampiamente insufficiente, soprattutto rispetto alla trasformazione in atto. Dunque, va trovata una qualche soluzione finanziaria”. abbiamo svolto un’operai di trasparenza, che rivendico. La nuova legge sull’editoria distribuisce meglio i contributi pubblici. Ma non dimentichiamo che in Italia si legge pochissimo, il 46% della popolazione legge un libro all’anno e il restante 54% non legge nulla. Bisogna mettere in campo forme di sostengo alla domanda e al digitale. E’ interesse nazionale che gli editori si mettano insieme per offrire i loro prodotti in edicola digitale. Bisogna incentivare gli abbonamenti digitali abbassando l’Iva dei prodotti editoriali online”.

Giorgio Lainati (Pdl): “Web è già qui, accompagnare migrazione al digitale”
Anche i grandi quotidiani di partito soffrono la crisi, ma le potenzialità di Internet sono importanti e sotto gli occhi di tutti. “Basti pensare a quello che ha fatto il Movimento 5 Stelle – dice Giorgio Lainati del Pdl – che in pochissimo hanno creato una web tv alternativa a quella ufficiale di Camera e Senato. Non possiamo fare finta di nulla di fronte a innovazioni di questa portata politica e culturale. Tanto più che il web è diventato anche l’ultimo avamposto per testate storiche, come il Secolo d’Italia e Liberazione che sopravvivono in Rete”.

Vincenzo Vita (Pd): “Internet non uccide la stampa”
Dal canto suo il senatore del Pd Vincenzo Vita sostiene che “il fondo dell’editoria dovrebbe diventare uno strumento per accompagnare il passaggio della carta stampata dall’analogico al digitale senza troppi morti e feriti – dice Vita – c’è da dire che un nuovo medium (Internet) non uccide quello vecchio (la carta stampata). Per quanto riguarda la gratuità di Internet, non penso sia un problema. In tutto il mondo è materia oggetto di negoziato. Credo che in cima all’agenda del prossimo governo ci debba essere il tema della tutela del lavoro intellettuale, quello degli ammortizzatori sociali a tutela degli addetti del settore, la neutralità della Rete e il rapporto con gli over the top”.

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