EDITORIA

Istat, e-book “vittime” della scarsa cultura IT

Per il 35% degli editori italiani la mancanza di competenze informatiche ostacola la diffusione dei libri digitali. Ma pesa anche il prezzo degli e-reader considerato troppo alto

Pubblicato il 30 Dic 2013

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Gli e-book italiani frenati dalla scarsa cultura digitale. La fotografia è scattata dall‘Istat nel report “La produzione e la lettura di libri in Italia”, secondo cui oltre il 35% degli editori considera la mancanza di alfabetizzazione informatica il maggior ostacolo alla diffusione dei libri digitali, seguita dall’immaterialità del libro digitale, che penalizza l’e-book rispetto al libro di carta (32,2%). Per molti editori intervistati (23,6%) pesa anche il costo dei dispositivi di lettura e, in misura minore (17,4%), la mancanza di un formato standard.

Guardando al futuro, più della metà degli editori che hanno risposto al quesito (51,5%) ritiene che nei prossimi tre anni l’impatto della diffusione dell‘e-book sul mercato editoriale sarà molto o abbastanza positivo. Gli scettici si concentrano fra i medi editori, che, per quasi il 20%, esprimono previsioni molto o abbastanza negative. Al contrario, pronosticano un ruolo futuro importante per il libro elettronico soprattutto i grandi editori (58,3%), per i quali l’impatto atteso è considerato molto o abbastanza positivo.

Oltre agli ostacoli il report evidenzia anche i vantaggi. Secondo il 60,6% degli editori il fattore competitivo degli e-book che rappresenta la caratteristica maggiormente apprezzata dal pubblico è il prezzo di vendita, generalmente più conveniente rispetto a quello delle corrispondenti edizioni cartacee. In secondo luogo, è la facilità di trasporto e di archiviazione dei contenuti (indicata dal 38,7% editori), il requisito degli e-book più frequentemente riconosciuto dal pubblico dei lettori.

Gli altri aspetti, segnalati da una quota decisamente inferiore di intervistati, sono le modalità di fruizione interattiva dei contenuti, attraverso la possibilità di effettuare ricerche sul testo, disporre di segnalibri, note, applicazioni per la formattazione, ecc. (19,4% degli intervistati), seguite dalla facilità di reperimento e di acquisizione dei titoli (14,3%) e la multimedialità dei contenuti (12,8% delle risposte).

Complessivamente nel 2012, circa il 21% delle opere pubblicate a stampa in Italia, cioè oltre 12.000 titoli, è stato reso accessibile al pubblico anche sotto forma di e-book. La percentuale di libri elettronici sale al 21,8% dei titoli in ristampa, e tocca il 65,2% con riferimento ai testi scolastici. L’86,4% dei prodotti pubblicati in digitale è stata realizzata da grandi editori, i quali hanno reso disponibile anche in tale formato quasi un quarto (il 24,5%) della loro produzione a stampa. I titoli per i quali si rende disponibile l’edizione elettronica sono soprattutto quelli di «varia adulti» (66,1%), seguiti dai libri di testo per le scuole primarie (per i quali gli e-book arrivano al 52,2% dei volumi a stampa), quelli di matematica (50,6%), filologia e linguistica (44,4%) e i libri di geografia, di viaggio e gli atlanti (42,6%).

Un quinto degli e-book proposti nel 2012 presenta contenuti o funzionalità aggiuntive rispetto alla versione a stampa della stessa opera, come ad esempio collegamenti ipertestuali e applicazioni audio-visive o multimediali; per il resto – a parte una quota pari al 4,4% di titoli di cui non vengono specificate le caratteristiche – si tratta di semplici trasposizioni su supporto elettronico dello stesso testo proposto a stampa. Nell’80,6% dei casi, le pubblicazioni digitali sono protette da diritti. Tuttavia, la quota di titoli protetti scende al 59,4% nel caso delle pubblicazioni dei medi editori e al 35,9% per la produzione dei piccoli editori.

Dai dati raccolti risulta, inoltre, che solo il 5% degli editori rispondenti ha pubblicato titoli esclusivamente in formato e-book, indicando che la produzione a stampa rappresenta ancora l’attività editoriale primaria. Attualmente sono i grandi editori a controllare, con il 70% delle pubblicazioni proposte, il mercato degli e-book, soprattutto nel genere scolastico (45,3%) e nella saggistica (38,0%). I piccoli e medi editori si orientano invece maggiormente verso la narrativa e altri generi della categoria «varia adulti».

Inoltre lo scorso anno sono stati 5 milioni 224 mila le persone di 6 anni e più che hanno dichiarato di avere letto o scaricato libri online o e-book (pari al 17,3% delle persone che hanno utilizzato Internet negli ultimi tre mesi ed al 9,1% della popolazione di 6 anni e più). La percentuale di persone che negli ultimi 3 mesi hanno letto o scaricato libri online o e-book cresce in proporzione al numero di libri presenti in casa, toccando il picco del 26% tra le persone che dispongono già di una biblioteca domestica con più di 200 volumi.

É però interessante osservare che anche il 5,2% delle persone che hanno dichiarato di non avere a casa nessun libro e che hanno utilizzato Internet negli ultimi tre mesi ha letto o scaricato libri online o e-book. La diffusione dei libri online e degli e-book potrebbe, dunque, rappresentare una opportunità di accesso e esercitare funzione di traino, promuovendo la lettura anche nelle famiglie che finora hanno una minore confidenza con le librerie e i libri cartacei. Analogamente, prendendo sempre in esame la popolazione delle persone di sei anni e più che hanno utilizzato Internet negli ultimi tre mesi (il 52,8% della popolazione totale), si evidenzia che hanno scaricato o letto libri online o e-book il 9,4% dei «non lettori» e il 23% dei lettori che navigano sul Web; tra questi ultimi, le percentuali di fruizione online crescono al crescere del numero di libri letti nel corso degli ultimi 12 mesi, passando dal 18,4% di chi ha letto da 1 a 3 libri al 30,2% di coloro che hanno letto 12 o più libri.

La lettura e il download di libri online ed e-book sono attività diffuse soprattutto tra i giovani e, in particolare quelli tra i 20 ed i 24 anni (sono il 24,9% dei coetanei che navigano sui Internet). La quota di coloro che praticano la lettura di libri in formato digitale scende sotto il 20% dai 35 anni in poi. Contrariamente a quanto rilevato per i libri tradizionali, a leggere e scaricare libri online sono in proporzione più i maschi che le femmine (18,2% dei maschi che frequentano il Web contro il 16,3% delle femmine).

I dati sul commercio online dei prodotti editoriali mostrano che, tra le persone di 16-74 anni che negli ultimi 12 mesi hanno utilizzato Internet per effettuare acquisti di beni e servizi, la quota di quelli che, in particolare, hanno utilizzato Internet per comprare libri ed e-book è pari a 35,9% tra i lettori (un valore pari a 2 milioni 178 mila persone in valore assoluto) e che i valori salgono all’aumentare del numero dei libri letti, fino a un picco pari al 53,1% in corrispondenza dei lettori forti. Complessivamente, dei quasi 2 milioni e mezzo di acquirenti di libri online, oltre la metà (54,4%) sono maschi.

Circa un terzo degli acquirenti online di libri e e-book sono giovani con un’età compresa tra i 20 ed i 34 anni (746 mila persone, pari al 32,2% degli acquirenti online), mentre quelli con età compresa tra i 35 e i 44 anni sono oltre 720 mila persone (pari al 29,3% del totale di acquirenti online). Nonostante il primato della diffusione dell’e-commerce di libri riguardi tre regioni del Nord (Valle d’Aosta, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia), almeno in questo caso non si può parlare di una netta differenza tra Nord e Sud d’Italia, come invece evidenziato per altri aspetti legati all’editoria e alla lettura . In questo senso, Internet e i servizi telematici potrebbero forse rappresentare un’opportunità in grado di favorire l’accesso alle risorse culturali anche in contesti territoriali svantaggiate sul piano della domanda e dell’offerta. Un elemento che nel nostro Paese si conferma invece ancora una volta un fattore strutturale ricorrente e che condiziona in modo significativo tutti i comportamenti legati alla lettura, compresi i fenomeni legati all’e-commerce, è il livello d istruzione della popolazione. Ad acquistare libri ed e-book online sono, infatti, in larga maggioranza le persone laureate, le quali rappresentano circa l’82% degli acquirenti telematici.

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