LA VERTENZA

Ibm, altri 285 esuberi in Italia: sfondata quota mille in 18 mesi

A lanciare l’allarme è la Cisl di Milano: “Siamo al terzo licenziamento collettivo in un anno e mezzo”. Un portavoce dell’azienda: “Necessario ribilanciare la forza lavoro nel Paese per incontrare le esigenze dei clienti”

Pubblicato il 18 Nov 2014

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Una nuova procedura di mobilità in Ibm che riguarderà in Italia 285 dipendenti, inserita in un piano di ristrutturazione in tutta Europa che prevede in tutto 1.898 esuberi.

A dare la notizia è la Cisl di Milano, che proprio in queste ore sarebbe impegnata insieme alle altre sigle sindacali nelle consultazioni con l’azienda.

“Si tratta della terza procedura di licenziamenti collettivi nell’arco di soli 18 mesi – denunciano dalla Cisl – cui si aggiungono le uscite volontarie, per una riduzione occupazionale complessiva di oltre 1.000 addetti”.

Ibm, secondo quanto riportato dai sindacati, avrebbe motivato la scelta con i risultati economici negativi registrati nell’ultimo trimestre, e con la necessità di razionalizzare e riorganizzare le attività tra le varie aree del mondo. Una decisione alla quale i rappresentanti dei lavoratori hanno reagito preannunciando assemblee con i lavoratori in vista di eventuali agitazioni e scioperi.

Un portavoce di Ibm, pur senza dare indicazioni sull’entità dei tagli e sul totale della forza lavoro in Italia, conferma che la società “ha aperto una consultazione con i sindacati con l’obiettivo di ribilanciare la forza lavoro in Italia, come fa in tutti i Paesi in cui opera”. L’obiettivo è da un lato “incontrare le esigenze dei clienti che sono specifiche per ogni singola nazione”, dall’altro “presidiare nuovi segmenti del mercato IT a più alto valore”.

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