Twitter rimuove gli account di chi incita alla violenza

La nuova policy punta ad arginare l’uso del social da parte dei miliziani IS. Gli esperti plaudono, ma occorrerà un puntuale enforcement

Pubblicato il 30 Dic 2015

Patrizia Licata

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Twitter diventa più severa nel sanzionare abusi e incitamenti all’odio e alla violenza che si avvalgono della sua piattaforma. Con un post pubblicato sul suo blog ufficiale, il sito dei cinguettii ha fornito dettagli su quello che definisce “abusive behavior” e che d’ora in poi provocherà la cancellazione degli account ritenuti responsabili di “condotta che incita all’odio” e promuove la violenza contro specifiche categorie di persone.

La piattaforma di microblogging replica così alle crescenti critiche di chi la accusa di non fare abbastanza per impedire l’utilizzo della sua piattaforma da parte dello Stato Islamico, che del sito di social media ha fatto uno strumento privilegiato di propaganda e chiamata alle armi.

“Come sempre, appoggiamo e incoraggiamo la diversità di credo e opinione, ma continueremo ad intervenire sugli account che oltrepassano il segno e sfociano nell’abuso”, scrive nel blog Megan Cristina, director of Trust and Safety di Twitter. La società non fa menzione specifica né dello Stato Islamico né di altri gruppi nelle sue nuove regole, ma afferma: “Non potete promuovere la violenza contro altre persone, attaccarle direttamente o minacciarle sulla base di razza, etnia, nazionalità, orientamento sessuale, sesso e identità sessuale, affiliazione religiosa, età, disabilità o malattia”.

Questa dicitura è più specifica rispetto a un precedente generico divieto imposto da Twitter agli utenti che intendevano usare i loro account per minacciare o promuovere “violenza contro gli altri”.

J.M. Berger, co-autore di un “censimento” del Brookings Institute sull’utilizzo di Twitter da parte dell‘IS, pubblicato a marzo, ha scoperto che il gruppo terrorista ha usato almeno 46.000 account da settembre a dicembre del 2014. Ora, ha commentato Berger, le modifiche introdotte dal social network alle sue norme permetteranno di portare alla luce gli abusi in modo più puntuale: gli stessi utenti potranno segnalare gli account che violano le regole e chiederne la chiusura. “La nuova definizione è chiara: non ci sono dubbi su quali sono i comportamenti che la società intende bandire”.

Anche Abraham Cooper, capo del Digital Terrorism and Hate Project del Simon Wiesenthal Center di Los Angeles, pensa che “i terroristi e i gruppi che incitano all’odio lasceranno” Twitter se la società sarà in grado di far rispettare le nuove regole. L’enforcement sarà dunque chiave: occorrerà bloccare i recidivi impedendo loro di creare nuovi account con nomi diversi e rimuovere anche migliaia di account già esistenti e che violano la nuova policy.

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