“Dagli spin off la rinascita digitale dell’Italia”

L’Oseco: gli obiettivi di Eu 2020 raggiungibili solo con forti sinergie tra PA, università e imprese. Il presidente Gerace: “La partnership pubblico-privato chiave di volta dell’innovazione”

Pubblicato il 24 Nov 2010

Come rilanciare la competitività del Paese “onorando” gli
obiettivi della strategia Europa 2020 che fa dell’innovazione il
perno della crescita economica del Vecchio Continente?
A rispondere a questa articolata domanda ci prova l’Osservatorio
sulle Strategie europee per la crescita e l’Occupazione (Oseco)
che, proprio ieri, ha chiuso un tavolo di confronto sul tema dove
è chiaramente emersa l’imprescindibilità dell’agenda europea
nei programmi di sviluppo nazionale; programmi che devono
necessariamente tenere conto delle caratteristiche del sistema
produttivo, come ricorda Francesco Saverio E. Profiti, responsabile
Ict dell’Oseco.

“Guardando alla situazione del nostro Paese, il tener conto dalle
specificità socio-territoriali nel processo di innovazione diventa
un fattore ancora più determinante – spiega Profiti – In Paesi
come il nostro, infatti, il cui tessuto produttivo è
caratterizzato da Pmi e dove la capacità produttive sono molto
eterogenee, impostare politiche per l’innovazione a livello
regionale rappresenta sicuramente un fattore di successo”.
In questa contesto, dunque, quali sono le strategie che possono
risultare vincenti per una nuova politica dell’Innovazione in
Italia? Come precisa Profiti la chiave di volta è la cosiddetta
“open innovation”: le Pmi non hanno risorse a sufficienza per
sostenere importanti iniziative di R&S. Diventa dunque fondamentale
“aiutare le piccole e medie imprese a rendere sistematico il
processo di ricerca all’esterno del contesto aziendale di
soluzioni innovative che possano essere ricontestualizzate alla
propria specificità produttiva”. Contestualmente serve
“sviluppare iniziative di public-private partneship per avviare
progetti di innovazione che abbiano una grande valenza sociale e
una profittabilità dell’investimento non compatibile con le
policy dei venture capital, andando così a complementarli”.
Terzo, ma non meno importante punto, riguarda la creazione di
sinergie tra vari attori dell’innovazione, con un modello che
veda più interazione e partecipazione tra pubblica
amministrazione, aziende e università.

E sulla sinergia pone l’accento anche Michele Gerace, presidente
Oseco.  “Occorre rafforzare lo spirito innovativo incentivando
investimenti privati nella ricerca pubblica attraverso la creazione
di nuove entità economiche (spin-off) con l’intento di dare una
ricaduta aziendale e produttiva a idee nate dal contesto della
ricerca tecnologica".
Investire sull’università e sulla ricerca è dunque un percorso
obbligato se si vu rifondare l’economia, e quindi la società,
sulla conoscenza, sulla creazione e sul trasferimento di
competenze.

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