Cloud, i Cio italiani agganciano il treno dell’innovazione

L’Italia al passo con l’Europa. Cresce la spesa dedicata agli investimenti: circa l’8% dei progetti vale oltre il milione

Pubblicato il 18 Apr 2011

placeholder

L’adozione del cloud computing in Italia è in linea con quella
degli altri Paesi europei. Lo mostra anche il “Cloud Computing
Report 2011”, la ricerca sullo stato dell’arte e sul grado di
adozione di cloud computing nelle imprese top in Italia ed Europa,
rilevata a marzo 2011 e la cui presentazione, lo scorso 7 aprile,
è stata per fare il punto sulla situazione di un dibattito che,
soprattutto negli ultimi mesi, ha acceso molto la discussione tra
gli stakeholder dell’universo IT. La survey ha coinvolto i Cio di
300 aziende italiane e 200 europee, anche grazie alla
partecipazione e alla collaborazione degli appartenenti alla
community CIOnet, il business network con oltre 2.800 Cio di
imprese top in Europa. Dalla ricerca risulta che non siamo affatto
un mercato arretrato: ben il 61% dei Cio italiani interpellati ha
affermato di avere già adottato o di aver predisposto progetti da
implementare di qui ai prossimi 12 mesi.

Ancora più importante è che stiamo riferendoci a progetti
interessanti anche dal punto di vista economico: un 7-8% di essi è
superiore al milione di euro. Il modello cloud ha due intrinseci
vantaggi: il “pay as you go” e cioè il vantaggio economico
generato dal trasformare i costi fissi in variabili e
complessivamente di ridurli; ma anche, ed è il fattore principale,
il contributo dato all’agilità dell’organizzazione. Ben il 74%
delle risposte raccolte dalla survey CIOnet – Nextvalue rilevano
infatti che la principale ragione di adozione di cloud computing in
azienda è creare una infrastruttura più “agile” e offrire
migliori capacità all’area business per rispondere più
repentinamente e adeguatamente ai cambiamenti di mercato. Ma quali
sono gli ostacoli all’adozione del cloud computing? Oltre il 67%
dei Cio indica la sicurezza e l’integrità dei dati come
principale fattore inibitore.

Si tratta di un dato abbastanza naturale trattandosi di risposte
ottenute dai principali responsabili dei sistemi informativi
aziendali, i quali si trovano a dover valutare attentamente il
servizio offerto da un fornitore esterno, che in questo momento non
offre Sla (Service Level Agreement) con il necessario dettaglio per
ciò che concerne le necessarie clausole di sicurezza e
privacy.
Nelle risposte segue a brevissima distanza la problematica della
integrazione e dell’interoperabilità dell’esistente con i
servizi esterni in cloud computing. Al terzo gradino, con il 57%
delle risposte, la mancanza di cultura aziendale, intesa come
ancora bassa capacità di negoziazione con i fornitori di servizi
in cloud computing.
Escludendo l’organizzazione IT che, ovviamente, è utilizzatrice
di servizi di infrastruttura e piattaforma, anziché di sicurezza e
recovery, al primo posto fra le funzioni aziendali dove maggiore è
la penetrazione del cloud computing si collocano quelle di
front-end al cliente, ovvero il marketing, le vendite ed il
servizio clienti.

Per ciò che concerne le applicazioni le “mappe di
attrattività” mostrano in particolare tutto ciò che serve a
comunicare e collaborare, compresi i social media in un utilizzo
aziendale, gli analytics ed il customer relationship management.
Questi alcuni dei dati italiani. Dicevamo però che non vi è una
così grande differenza da quelli europei. In Europa si registra
maggiore “entusiasmo” per la versione di “cloud pubblica”,
probabilmente per effetto di una maggiore consapevolezza di ciò
che si può ottenere in termini di servizi disponibili.
I Cio italiani sono ancora molto ancorati al modello di “cloud
privata” o, al massimo, “ibrida” probabilmente anche per
effetto dei ricorrenti messaggi di comunicazione provenienti dal
sistema di offerta. Non esistono elementi per affermare che i Cio
italiani non scelgano il modello di “cloud pubblica” per motivi
di sicurezza, ma probabilmente non è ancora così evidente
l’effettiva disponibilità di tanti servizi per il business nella
cloud pubblica.

Dalla ricerca emerge anche che i Cio europei sono molto attenti e
sensibili alle diverse proposte provenienti dal variegato sistema
di offerta presente nei loro Paesi.Sul tema fornitori, poco meno
della metà dei Cio dichiara di aver intenzione di prendere in
considerazione la collaborazione con nuovi fornitori di servizi in
cloud. È sicuramente un messaggio molto forte, sia per i fornitori
tradizionali, sia per coloro che si stanno cimentando in questo
nuovo business.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

P
privacy

Articolo 1 di 4