Apple, i Mac sotto attacco: in 15 giorni decuplicati i malware

Dalla fine di aprile in forte aumento le richieste di assistenza ad AppleCare. Ma l’azienda di Steve Jobs minimizza: nessuna falla di sistema, solo scarsa dimestichezza degli utenti a gestire le problematiche

Pubblicato il 20 Mag 2011

Mac Defender o Mac Security, con questi due nomi si presenta quella
che potrebbe essere una delle prime vere insidie informatiche per
il mondo dei Mac, che finora è rimasto relativamente indenne da
virus e malware. Secondo il sito informatico Usa ZDNet, dal 30
aprile scorso le richieste di assistenza contro questo attacco
malware, ad AppleCare, la struttura di supporto degli utenti della
Apple, sono cresciute sostanzialmente negli Stati Uniti, passando
da poche decine a diverse centinaia al giorno.

Dal quartier generale della Mela a Cupertino fino ad ora non è
arrivata nessuna conferma. Anzi, secondo un memo interno,
pubblicato ieri sera dal blog di ZdNet, la raccomandazione è
piuttosto quella di "Non confermare o negare che esista un
attacco malware contro il Mac" e di non dare consigli su quali
software anti virus installare o su come rimuovere il malware
stesso.

Un'operazione quest'ultima, comunque piuttosto semplice
secondo gli esperti e sulla quale si possono trovare ampie
indicazioni sui vari forum online dedicati ai Mac. In effetti il
malware, spiegano gli esperti, non sfrutta falle del sistema
operativo Apple, come avviene invece per altri software malevoli,
ma piuttosto la mancanza di dimestichezza degli utenti della mela
con queste problematiche.

Mac Defender o Mac Security propongono l'acquisto di un
antivirus dopo che sul browser del malcapitato utente sono comparse
immagini porno. Il memo interno della Apple spiega che la comparsa
del messaggio di per sé non comporta problemi, basta chiudere il
browser, ma se si accetta di installare l'antivirus, fornendo
l'obbligatoria (sul Mac) username e password, e poi si danno
anche i dati della carta di credito per pagare il software
(procedura comune sui pc Apple), tutti questi dati finiscono
immancabilmente ai criminali informatici.

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