PUNTO DI VISTA

Pierani: “Copyright, Agcom dimentica i diritti degli utenti”

L’esponente di Altronconsumo critica il regolamento sul diritto d’autore: “Manca la promozione dell’offerta legale”. E rilancia: “Sul tema serve l’intervento del Parlamento”

Pubblicato il 30 Lug 2013

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Al lordo del sorprendente coro di giudizi positivi rispetto alla mediocre proposta Agcom in materia di diritto d’autore online, scaturiti probabilmente più dalla mancanza di tempo per molti di mettere a fuoco – nell’imminenza della pausa agostana – una materia che rimane ostica e complicata, oltre che dalla buona operazione mediatica messa a punto dell’Autorità, rimangono purtroppo, dal nostro punto di vista consumerista, tutte le criticità che da tempo Altroconsumo, insieme peraltro ad associazioni di Internet Providers ed esponenti della società civile, ha stigmatizzato con estrema chiarezza.

La delusione è dunque per noi anche più sentita perchè fa seguito a diversi segnali di apertura che sembravano far presagire un cambiamento di rotta sotto la presente Consiliatura, il primo consistente nel fatto che Agcom aveva allargato la riflessione sul tema nell’ambito del Workshop del 24 maggio scorso anche ad autorevoli punti di vista che, sulla base di accorte analisi economiche, come quella ad esempio del Prof. Nico Van Eijk dell’Università di Amsterdam, bocciavano ogni prospettiva di inasprimento dell’enforcement, così come ad analisi giuridiche approfondite da parte dei Professori Guido Scorza e Marco Ricolfi che concludevano inesorabilmente in senso contrario rispetto alla sussistenza della legittimazione in capo ad Agcom di emanare il regolamento in materia di diritto d’autore online. Il secondo, per voce dello stesso presidente Angelo Marcello Cardani, era stato l’equilibrato intervento in audizione in Senato, dove addirittura aveva affermato come uno dei problemi più importanti alla base delle evidenti criticità nello sviluppo del mercato legale per i contenuti online, fosse dato dalla permanenza delle finestre geografico-temporali, le cd windows. Insomma, musica per le nostre orecchie!

Il testo messo in consultazione ci ha invece svegliato bruscamente dal sogno di aver forse finalmente messo da parte lunghi anni di conflittualità con l’Agcom su questa tematica per precipitarci nell’incubo che, a mio modo di vedere, ogni giurista competente in materia, non può mancare di sperimentare leggendo la proposta. Già a partire dall’evidente forzatura presente nel titolo stesso del regolamento prende un senso di vertigine, esso fa infatti riferimento all’attuazione di un decreto legislativo di 10 anni or sono che, peraltro, non richiedeva affatto esplitamente di essere attuato! Non c’è poi neanche un articolo o una definizione nelle premesse che si occupi di riconoscere i diritti degli utenti in questo settore di mercato, quando invece per promuovere il mercato legale prima di educare gli utenti andrebbero evidentemente chiariti, definiti e riconosciuti i loro diritti. Nel rinviare alla nostra risposta formale alla consultazione ogni analisi più dettagliata possiamo dire senz’altro sin d’ora che il nostro sconcerto è in effetti forte di fronte all’assoluta mancanza di alcunchè di concreto proprio sulla tanto sbandierata promozione dell’offerta legale. D’altra parte, le inesattezze e i rischi che pone invece anche nei confronti dell’utente finale tutto il castello creato per dare vita al fulmineo procedimento di enforcement amministrativo, come ha evidenziato correttamente l’Avv Sarzana su queste pagine, sono sotto gli occhi di tutti.

Insomma, faremo le nostre osservazioni in risposta alla consultazione ma il regolamento, così come strutturato, appare difficilmente emendabile. Il problema che stiamo da anni cercando di affrontare con strumenti sbagliati è in effetti in primo luogo di natura economica e si incrocia inesorabilmente con l’evoluzione tecnologica, bisogna comprendere che i mercati di cui si vuole occupare Agcom sono oggetto di costante e rapida evoluzione, una innovazione che ha prodotto a volte scompensi per alcuni operatori mentre per altri ha prodotto sviluppo, la chiamano non a caso disruptive technology. Il nostro punto di vista rimane che forzare la normativa vigente, violentare financo il principio dello Stato di diritto al fine di proteggere mercati obsoleti che, per una questione prettamente tecnologica, hanno subito degli scompensi rischia di essere deleterio un pò per tutti. Non vi è peraltro solo l’aspetto dell’enforcement ma tutta una serie di modifiche che, come associazione di consumatori, auspichiamo da tempo siano apportate alla legge sul diritto d’autore per quanto riguarda, ad esempio, un necessario maggiore chiarimento sulle eccezioni, la riduzione o meglio l’eliminazione delle windows e, infine, i contenuti generati dagli utenti e i diritti che vanno essi adeguatamente riconosciuti nel nuovo contesto digitale. Si tratta di riforme di cui si sta discutendo in Europa ma rispetto alle quali richiamiamo a questo punto anche il Parlamento italiano ad attivarsi al più presto. Promuovere un mercato legale dei contenuti più efficiente, trasparente e competitivo, dovrebbe essere infatti nei desiderata di tutti gli stakeholders, non solo dei consumatori e il Parlamento, come ha detto lo stesso Presidente Cardani, è la sede più opportuna per discuterne. Su questo siamo d’accordo!

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