Cybersecurity per minori: Microsoft lancia l’allarme

Figli che condividono troppe informazioni personali, genitori poco attenti; e i malintenzionati sono in agguato

Pubblicato il 08 Feb 2010

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Figli che condividono troppe informazioni personali in rete,
genitori poco attenti: a rilanciare il problema della tutela dei
minori online è un’indagine svolta da Microsoft su 14mila utenti
in 11 paesi europei, che sarà presentata in occasione del Safer
Internet Day 2010, la giornata europea per la sicurezza in rete in
programma domani e organizzata da InSafe.

Il 79% dei teenager europei ha almeno una propria pagina su un
social network e il 43% ritiene sia sicuro postare e condividere
informazioni personali. Il 26% dei ragazzi indica il proprio
indirizzo di casa, il 56% il nome della propria scuola e il 59%
l’indirizzo e-mail o di instant messaging. Tutte informazioni che
possono permettere a qualche malintenzionato di trovare punti di
contatto. Infatti il 63% dei teenager europei è stato contattato
online da uno sconosciuto (il 73% in Italia, paese con la
percentuale maggiore), e il 46% dei ragazzi spesso risponde a
persone non fidate.

Nonostante tutto, i genitori appaiono sicuri: il 59% si dichiara
sereno sulla navigazione in Rete dei propri ragazzi, e il 40% non
ne controlla i movimenti online e i post pubblicati. Inoltre, solo
il 12% dei ragazzi ha un sistema di parental control installato sul
proprio pc, e gran parte dei teenager usa il pc liberamente nella
propria camera da letto (solo il 15% ha il pc in soggiorno).

Risultati che confermano la necessità di continuare a
sensibilizzare sull’utilizzo sicuro di Internet. Per questo
Microsoft ha dato il proprio supporto al Safer Internet Day,
patrocinato dal Ministero della Gioventù e in collaborazione con
la Polizia Postale e Save The Children. Lo slogan dell’evento,
giunto alla settima edizione, è “Posta con la testa”.

Giorgia Meloni spiega perché il suo Ministero ha patrocinato
l’iniziativa: “Da una parte dobbiamo  garantire a tutti i
ragazzi l’accesso alla nuova società digitale, dall’altra
rendere quest’ultima un luogo sicuro e senza rischi in
particolare per le nuove generazioni. I nostri giovani devono avere
tutte le competenze e la sensibilità per gestire correttamente le
proprie informazioni personali e i propri comportamenti
online”.

Pietro Scott Jovane, Ad di Microsoft Italia, sottolinea come
quest’iniziativa sia ancora più importante oggi con il boom dei
social network che ha portato le persone a condividere un numero
sempre maggiore di informazioni personali, e parla del progetto
Sicuramente Web, una serie di iniziative lungo tutta la penisola
per sensibilizzare la gente sul tema.

L’attività di sensibilizzazione si va ad affiancare a quella di
repressione, che in Italia ha già dato i suoi frutti. Grazie alla
Polizia Postale e alla piattaforma Cets (Child Exploitation
Tracking System, donata da Microsoft alla Polizia nel 2006), dal
2001 ad oggi ci sono stati 277 arresti per pedofilia online, 6.015
denunce per lo stesso reato, quasi 316.000 siti monitorati e 177
oscurati.

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