IL PIANO 2020

Mediaset, la virata su Premium: “Saremo sostenibili anche senza calcio”

Svelati a Londra gli obiettivi 2020 del gruppo di Cologno Monzese. Attesi 200 milioni di utili operativi in più dalla Pay-Tv. Finito il tempo delle spese folli: “approccio opportunistico” ai diritti su Serie A e Champions League. In rampa di lancio una piattaforma free di contenuti online, sprint su radio e produzioni esclusive. Si punta su partnership con gli Over the top

Pubblicato il 18 Gen 2017

Andrea Frollà

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Rilanciare il business di Mediaset Premium e renderlo sostenibile “con o senza calcio”. Accrescere ulteriormente il market share sul mercato pubblicitario e puntare su produzioni proprie locali e di qualità. Infine, lanciare piattaforme cross-media aperte alla collaborazione con gli Over the top. È un piano industriale ricco di elementi quello presentato da Mediaset oggi a Londra alla presenza della comunità finanziaria. Di fronte a investitori e analisti, la compagnia italiana ha messo per qualche ora da parte la querelle con Vivendi puntando a convincere gli ospiti della conferenza della bontà delle proprie linee guida strategiche.

Si appresta a cambiare forma la pay-tv Premium, proprio quella oggetto dell’accordo firmato ad aprile 2016 con Bolloré e poi naugrafato. Mediaset punta a raggiungere la sostenibilità della tv a pagamento indipendentemente dalla presenza o meno del calcio nel proprio core business. Nelle slide presentate dai vertici di Mediaset nel cuore delle city londinese si parla di “un approccio opportunistico” al calcio, in modo da ottenere un “business sostenibile indipendentemente dal risultato delle aste per il calcio”. Quindi il gruppo della famiglia Berlusconi non parteciperà alle aste per i diritti televisivi di Serie A o Champions League? Avventato pronosticarlo ora. Mentre più plausibile è ipotizzare che gli spunti del road show UK di Mediaset si traducano in una nuovo approccio economicamente più soft al calcio e magari una virata più netta verso film, serie tv e intrattenimento. Insomma, difficilmente la società si svenerà per trasmettere le giocate di Messi&Co. come fatto nell’ultimo triennio. Senza grandi risultati visto che il raggiungimento dell’utile da parte di Premium non è mai avvenuto dalla sua creazione. E il fatto che Mediaset abbia messo in bella mostra su una slide il confronto fra lo share della Champions League (16% di share) e quello di programmi come Amici e Ciao Darwin (entrambi al 22%) sembra quasi parlare da solo. Il nuovo ruolo di Mediaset Premium si inserisce in un contesto in cui secondo Mediaset ci sono trend chiari: convergenza con i gruppi di telecomunicazioni e consolidamento transfrontaliero. Tra gli altri obiettivi del gruppo per il segmento pay-tv rientrano pure la messa a disposizione dei canali pay prodotti da Mediaset anche ad altri operatori e di aprire la piattaforma tecnologica di Premium a tutti i produttori di contenuti interessati a un’offerta pay.

Nel campo televisivo si prevede una spinta ulteriore verso le produzioni nazionali e di qualità di Medusa e Taodue Film che, come emerge da una slide in cui campeggiano le foto di Checco Zalone, garantiscono un margini sulle vendite del 55%. Per quel che riguarda lo delle iniziative web entro la fine dell’anno Mediaset punta a lanciare una nuova piattaforma di contenuti dei canali in chiaro fruibili on demand, che sia gratis per gli utenti ma che contenga pubblicità per catturare gli inserzionisti. Mentre nel settore radio la società si dice pronta a cogliere “opportunità per un ulteriore consolidamento della leadership”, attraverso l’incremento dell’audience, lo sfruttamento della propria struttura di vendita e la crescita di alcuni aspetti che vengono definiti “non convenzionali”, come eventi e nuovi format radio collegati ai programmi televisivi.

Dal nuovo ruolo che assumerà Premium nei prossimi anni, Mediaset si attende al 2020 un miglioramento di 200 milioni di euro dell’Ebit. Sui 468 milioni complessivi di Ebit in più previsti nel periodo 2017-2020 altri 123 milioni di Ebit verranno dalla riorganizzazione interna, 45 milioni dal fronte dei contenuti, con un mix di investimenti e ottimizzazione e 10 milioni dall’esecuzione del piano del polo radiofonico. Dalla pubblicità sono attesi altri 90 milioni in più di Ebit, con la quota di mercato pubblicitario totale che dal 37,4% di oggi è prevista salire al 39% anche grazie allo sviluppo di nuove funzionalità advertising e canali innovativi di profiliazione. Dal business della radio è atteso un contributo aggiuntivo alla crescita dei ricavi pari al 15-20 per cento. I quattro pilastri sui quali insisterà l’azienda per agganciare la crescita stimata nel prossimo triennio (Content Multiplier, Ad Tech Platform, Audience Profiling e Cross-Media Approach) hanno smosso lievemente il titolo in Borsa che, dopo una seduta in parità, ha chiuso in aumento dello 0,86% a quota 4,21 euro.

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