Europa, terremoto net neutrality. Londra apre alle “corsie preferenziali”

Si accende la polemica in Uk dove il ministro delle Comunicazioni intende autorizzare tariffe differenziate in base al consumo di banda. I critici: “Si ostacola l’innovazione”. Ma in Spagna il Senato respinge una proposta di revisione delle norme

Pubblicato il 18 Nov 2010

La net neutrality scalda l'Europa. Mentre la Gran Bretagna si
appresta a dare il benvenuto all'"Internet a due
velocità" la Spagna si appella alle indicazioni europee e
blocca al Senato una proposta per rivedere le regole sulla net
neutrality.

Ad aprire u nuovo scenario in Uk il ministro delle Comunicazioni
britannico Ed Vaizey nell’ambito della Ft World telecoms
conference: gli Internet service provider, ha annunciato, possono
abbandonare il principio della net neutrality e dare priorità
all’accesso ad alcuni contenuti rispetto ad altri per i loro
utenti. Gli Isp dovrebbero essere liberi di favorire un content
provider rispetto a un altro, purché informino i clienti, e di
gestire così più efficacemente il traffico Internet.

"In questo nuovo sistema, i provider possono allontanarsi
dagli obblighi della neutralità ma devono fornire informazioni
precise agli utenti, includendo la natura delle loro strategie di
gestione del traffico e il loro impatto sulla qualità del
servizio, tramite un linguagio chiaro, visibile e facilmente
comprensibile”, ha affermato il ministro.

Molto critico il sito di Bbc News che parla di una proposta che
crea “Internet a due velocità” e una “corsia di sorpasso”
per alcuni contenuti. Vaizey ha anche detto che gli Isp devono
essere liberi di sperimentare nuovi modelli di business, in pratica
facendo pagare i clienti che vogliono dare priorità a certi
contenuti o servizi rispetto ad altri, purché gli utenti siano
informati. In questo modo, secondo il ministro, i provider
creerebbero nuove fonti di guadagno necessarie a investire nelle
reti e a garantire la qualità del servizio, messa a rischio dalla
rapida espansione delle comunicazioni mobili.

"Si potrebbe prevedere l’evoluzione verso un mercato a due
livelli, in cui consumatori e fornitori di contenuti potranno
scegliere tariffe diverse per diversi livelli di qualità del
servizio”, ha detto Vaizey. Gli stessi produttori dei contenuti
potrebbero essere costretti a pagare per l’uso delle reti degli
Isp.

Si tratta di un netto allontanamento dal principio della net
neutrality destinato a riaccendere le polemiche in Gran Bretagna,
perché, se gli Isp sono ovviamente d’accordo a favorire alcuni
siti Internet in termini di volume e velocità della trasmissione
dei contenuti, altre aziende, tra cui Google e la stessa Bbc, si
sono sempre schierate a difesa della neutralità della rete,
sostenendo che se gli Isp discriminano alcuni contenuti verrà
ostacolata l’innovazione e la crescita di Internet.

Abbandonare il principio della net neutrality potrebbe anche far
sì che alla fine i siti che pagano gli Isp ottengano priorità per
i propri contenuti, nota il quotidiano The Guardian. "Il
sistema innovativo e dinamico che offre oggi agli utenti un grande
valore potrebbe essere messo a rischio se gli operatori di rete
hanno il permesso di usare le strategie di gestione del traffico
per regolare gli ingressi sulla rete”, avvertiva lo scorso mese
Erik Huggers, direttore dei nuovi media e della tecnologia della
Bbc.

La Bbc, come altre aziende, ha partecipato alla consultazione
indetta dalla Ofcom e dalla Commissione europea sul tema. Vaizey ha
dichiarato che i primi risultati della consultazione mostrano che
esiste “un vasto consenso sulla necessità di gestire il traffico
Internet” e che "non ci sono prove che ciò abbia impatti
né sulla concorrenza né sui consumatori”. I problemi potrebbero
verificarsi in futuro, ha aggiunto il ministro britannico, e per
questo ha fatto appello a una maggiore trasparenza da parte degli
Isp.

Il ministro ha chiarito che Londra intende andare nella direzione
illustrata non creando rigide norme ma tramite un approccio
regolatorio “soft”, basato sul mercato e che garantisca
comunque che Internet resti "aperto”, come indicato
dall’Ue.

Intanto in Spagna la Camera Alta ha respinto, con 121 voti contrari
(Gruppo Misto, nazionalisti baschi, Erc, Icv e Psoe) e 116 a favore
(Pp), la mozione del senatore popolare Ildefonso Pastor che
sollecitava il governo di Zapatero a modificare la legislazione in
materia di Società dell’Informazione, con particolare
riferimento al rispetto del principio di neutralità della
Rete.

Secondo il promotore dell'iniziativa la neutralità  "non
è una questione di partito o di schieramenti politico, ma un tema
che interessa tutti. Una rete aperta permette infatti di innovare e
creare ricchezza. L'impostazione attuale è ambigua e non
favorisce la creazione di una moderna società della conoscenza
essenziale in questi tempi".

Il Partito socialista e gli altri hanno votato contro perché la
mozione non rispetterebbe, soprattutto nella forma,
l’orientamento normativo della Commissione europea che invita le
asseblee legislative ad intervenire sulle nuove regole, pur
dicendosi d’accordo sul principio generale che va comunque
tutelato. La senatrice del Psoe Miriam Andrés Pietro ricorda che
"serve in iter parlamentare".

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