Twitter & Co: solo megafoni dei media professionali

Una ricerca Hp Labs di Palo Alto smentisce i luoghi comuni sul rapporto tra la “fabbrica delle notizie” e l’informazione amatoriale

Pubblicato il 28 Feb 2011

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Notizia professionale versus notizia amatoriale? Non proprio,
stando a una ricerca firmata Hp.
Nell’era di Internet, dei blog e dei social network, le regole
della produzione di news si innovano grazie soprattutto al
moltiplicarsi degli strumenti messi a disposizione di milioni di
utenti. Ma il tipo di rapporto tra produttori di notizie non è
certo di natura concorrenziale, men che meno di predominio degli
utenti della rete.

A confermare questa ipotesi Bernardo Huberman direttore dello HP
Labs di Palo Alto e coordinatore della ricerca che ha monitorato,
per quaranta giorni, decine di milioni di post di utenti di
Twitter. Dalla ricerca, come riporta il Corriere Economia, si
evince che il passaparola di notizie fra gli utenti non è
determinato da chi lo propone ma dall’argomento trattato e ad
alimentare il meccanismo del tam tam sono soprattutto le repliche
di pubblicazione di post altrui. Inoltre i principali diffusori di
trend che, nel periodo di osservazione, hanno fatto da cassa di
risonanza non sono altri che le grandi testate giornalistiche come
il New York Times, la Cnn o la Bbc.

Ciò che cambia non è l’industria della produzione ma piuttosto
il ruolo di agenda setting dei media, non più di natura esclusiva
e top down. Se è vero che gli utenti di un social network si
lasciano influenzare dai media sugli argomenti da pubblicare, è
vero anche che esercitano una funzione di filtro approvando o
scartando gli argomenti che provengono dall’alto, senza
dimenticare la quota, minoritaria ma non marginale, di argomenti
trascurati dai media che promuovono autonomamente. In casi come
questo le masse di comunicatori amatoriali costituiscono, per i
professionisti delle news, una fonte preziosa e gratuita ma pur
sempre da verificare, filtrare e approfondire.

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