Riforma Brunetta, Padua (Sas): “Serve uno scatto di reni”

L’azienda specializzata in Business Intelligence spinge le amministrazioni all’adozione di soluzioni IT nella lotta agli sprechi, per far fronte al taglio di 18 miliardi nei prossimi tre anni nella PA centrale

Pubblicato il 20 Ott 2011

placeholder

“Serve un po’ di ottimismo e uno scatto di reni nella Pubblica
Amministrazione, per realizzare i risparmi e l’ottimizzazione dei
costi previsti dalla riforma Brunetta e necessarii per fronteggiare
i tagli, non previsti, imposti dalla manovra. Tagli che soltanto
per la PA centrale ammontano a 18 miliardi di euro in meno in tre
anni, senza dimenticare che il grosso dei tagli riguarda la PA
locale e in particolare la sanità”. La pensa così Fabrizio
Padua, Direttore Public Sector di Sas, la software house
specializzata in Business Intelligence per l’analisi dati, che
nel settore pubblico annovera fra gli altri clienti come l’Inpdap
e il Ministero dell’Interno.

“Considerata la complessità di un’organizzazione come il
Ministero dell’Interno – dice Padua – l’introduzione nella
macchina di strumenti analitici per il piano strategico e il
controllo degli obiettivi è un passo epocale. La macchina della
digitalizzazione si sta mettendo in moto, purtroppo i tagli in
arrivo rallentano lo sviluppo di un sistema informatico così
complesso. E’ assurdo, perché è come il gatto che si mangia la
coda. Perché rallentando gli investimenti, non hai gli strumenti
per andare a tagliare gli sprechi”.

“L’analisi del contenzioso del codice della strada fa emergere
il ruolo degli analytics applicati al ministero dell’Interno”,
racconta Padua. Si tratta di un processo delicato e dispendisoso in
termini di costo totale e giacenze delle pratiche. Si tratta di un
uso non efficace delle risorse pubbliche. Oggi, chi fa ricorso può
scegliere se rivolgersi ai vigili oppure al prefetto. Il problema
è che il prefetto deve in ogni caso rivolgersi ai vigili per
accertare la contravvenzione. Il ricorrente può anche chiedere
un’audizione diretta, personale al prefetto. Infine, se il
prefetto decide per la multa, il ricorrente può andare dal giudice
di pace, che ha la facoltà di ripristinare la somma originaria
della sanzione, dimezzando quella comminata dal prefetto. Insomma,
un iter complesso.

Basterebbe obbligare il ricorrente a presentare il ricorso soltanto
ai vigili per risparmiare 10mila giornate uomo e abolire la
facoltà di audizione personale di fronte al prefetto per
risparmiarne altre 45mila. In tutto 55mila giornate uomo
risparmiate, pari a risparmi potenziali di 6 milioni di euro che
potrebbero essere destinati a colmare scarsità di organico
spostando risorse. Lo stesso discorso, restando in tema di codice
della strada, riguarda il sistema elettronico che misura la
velocità media in autostrada (il tutor ndr).

Per quanto riguarda l’Inpdap, che conta 7.300 dipendenti in 150
sedi terrotoriali, “L’istituto di previdenza ha un sistema
informativo molto più avanzato, già operativo da un anno –
aggiunge il manager di Sas – e lì gli investimenti informatici
sono consistenti”. Il sistema di valutazione della performance è
stato automatizzato totalmente all’Inpdap. Lo stesso vale per il
sistema di collaboration fra dirigenti, che permette di
automatizzare le attività.

“Altri sistemi realizzati sono l’analisi del turn over, le
dinamiche delle assenze e il monitoraggio dei pensionamenti in
ottica di competenze sul territorio. Senza dimenticare l’analisi
del costo del lavoro e della produttività nelle diverse sedi in
ottica di forecasting. L’Inpdap ha una base dati che non è Sas,
che tuttavia abilita senza problemi le analisi predittive.

“L’analisi del turn over, ad esempio, può suggerire chi sono i
soggetti che potrebbero andare in pensione – racconta Padua – è
importante per l’istituto prevedere dove verranno a mancare
specifiche competenze sul territorio per correre ai ripari e
colmare con largo anticipo per colmare i vuoti di organico”. Dal
2008 al 2011 le assenze sono diminuite del 25%, molti dipendenti
preferiscono andare in ferie a maggio, forse per effetto della
crisi. A settembre c’è il 36% in più di assenze, il 56% delle
quali al Nord, il 33% al Centro e altrettante al Sud.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 4