AGENDA DIGITALE

Agid: bando al rush finale, ma la partita è in sordina

E’ scaduto oggi alle 13.00 il termine ultimo per l’invio dei cv al ministro Madia. Rispetto allo scorso anno nessun annuncio “pubblico” da parte dei candidati. Associazioni e sindacati si appellano al governo: “La selezione sia trasparente”

Pubblicato il 13 Apr 2015

Federica Meta

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Inizia il conto alla rovescia per nomina del nuovo direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale. E’ scaduto infatti oggi – alle 13.00 – il termine ultimo per inviare i curriculum. Rispetto allo scorso anno, quando erano stati 154 le candidature presentate, quest’anno la selezione non ha fatto molto parlare di sé e poco si sa sui nomi dei papabili a sostituire Alessandra Poggiani.

Tra i nomi ci sono Nello Iacono, (Stati Generali dell’innovazione), Massimo Melica (avvocato), Paolino Madotto (direttore Cefirst- università di Roma Tor Vergata) e Stefano Stegani (amministratore di Airgrid Network). Tra chi, invece, non si è candidato – l’ultima volta lo aveva fatto – Michele Vianello (ex numero uno di Vega Park ed esperto di smart city) e Pierantonio Macola (Ad di Smau).

E in vista della nomina gli Stati Generali della Memoria digitale chiedono maggiore trasparenza nei criteri di selezione. “Anche alla luce dell’importanza che occorre giustamente dare al principio di Trasparenza della PA e all’uso degli Open Data ci sembra opportuno specificare che la Trasparenza non si ottiene con il solo utilizzo di strumenti tecnologici, i quali non sono da soli in grado di garantire la correttezza e la liceità nello svolgimento di alcuni processi – si legge nella nota – la Trasparenza deve essere, innanzitutto, alla base delle regole che gestiscono e normano lo svolgimento dei processi nelle PA centrali e periferiche, a maggior ragione se il processo in questione riguarda l’elezione del nuovo direttore dell’AgID, l’ente che promuove e attua dal punto di vista tecnico l’innovazione del Paese. Nello specifico l’avviso pubblico emanato da AgID per la selezione del nuovo direttore (oltre ad avere un’inadeguatezza proprio in termini tecnici, dal momento che per la sua pubblicazione è stato utilizzato un formato non idoneo) consente la libera candidatura degli interessati, ma lascia in ombra i criteri di selezione, specificando solo “la discrezionalità dell’autorità competente nella scelta del candidato più idoneo allo svolgimento dell’incarico”. Alla luce di quanto esposto riassumiamo in alcuni punti principali la nostra idea di un’AgID davvero in grado di incidere positivamente sul futuro dell’innovazione italiana, colmando il gap che ancora ci separa dai Paesi più sviluppati dell’Ue”.

In questo quadro si chiede che il direttore venga scelto “in base a una selezione davvero pubblica ed equa, seguendo criteri adeguati e t rasparenti e specificando a chi spetta il compito di selezionare, perché questa carica estremamente importante non venga alla fine gestita esclusivamente dalla politica e perché il prossimo direttore sia un manager tecnico o comunque una persona professionalmente capace di guidare il cambiamento conoscendonetutti i presupposti (e anche le difficoltà giuridico/amministrative)”.

Secondo l’associazione Agid deve essere:

– un ente con una governance semplificata, che non debba rispondere, come oggi succede, a diverse voci di indirizzo ministeriali e di coordinamento, oltre che alla Presidenza del Consiglio;
– un ente stabile ed equidistante da poteri politici, il cui ruolo non venga costantemente ridiscusso e modificato, in grado di definire realmente a livello nazionale provvedimenti e normative di natura tecnica in materia di digitale;
– un’Agenzia tecnica concentrata e attiva sull’innovazione digitale a 360°, non dedicata quindi esclusivamente alla PA, ma anche alle aziende e ai privati cittadini, parti in causa irrinunciabili di questo processo complessivo;
– un’autonoma e autorevole Agenzia, quindi, con potere di regolamentazione (art. 71 del Cas);
– un ente che sia in grado anche di coordinarsi con altri enti o organismi che si interessano della materia digitale a livello nazionale o locale, anche al fine di rendere omogenea e più efficace l’azione di comunicazione del Digital Champion nazionale, in modo che sia garantito il pieno il rispetto delle singole azioni alle norme e, quindi, ai compiti definiti a livello europeo, in modo trasparente e in linea con le aspettative (e anche a tutela) del mercato e dei professionisti coinvolti a diverso titolo nelle politiche di innovazione digitale.

E anche i sindacati dell’Agenzia per l’Italia digitale, nelle scorse settimane, si sono appellati al governo perché si intervenga su una governance. Fp-Cgil, Falbi e Rsu Agid hanno evidenziato come “la numerosità dei tavoli tecnici e comitati, che appaiono talvolta funzionali ad ottenere visibilità (ed in un caso accertato anche un contratto in Agid), ma che presentano scarsa efficacia ai fini del perseguimento degli obiettivi strategici dell’Agenda digitale”.

“Auspichiamo quindi che il Governo nomini immediatamente un nuovo vertice caratterizzato da competenza, determinazione ed esperienza che rappresenti un’interfaccia credibile verso gli stakeholder pubblici e privati coinvolti nel processo di innovazione della PA e del Paese- sottolineano – Auspichiamo inoltre che il nuovo dg sia in grado di rilanciare finalmente l’Agenzia come motore di sviluppo dell’economia digitale”.

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