Barberis: “Il sogno di Italia Login. Ogni cittadino al centro del Sistema”

Il consigliere del Governo sull’innovazione digitale: “Sarà un web pubblico di servizio con un solo account accessibile in maniera semplice anche con le app, capace di liberare tempo e risorse per le persone e per il Paese. Tutto sarà a portata di click”

Pubblicato il 23 Ott 2015

Alessandro Longo

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La piattaforma Italia Login sta per partire e trasformerà alla radice i rapporti tra cittadino-Stato-imprese, attraverso il digitale, semplificandoli. Può succedere davvero perché è in atto un cambio di paradigma, incarnato anche nello spirito dell’ultima Riforma PA: “non sono più i cittadini e le imprese a seguire lo Stato, ma è lo Stato che raggiunge questi e quelle con gli strumenti per loro più comodi e accessibili. I cellulari”, dice Paolo Barberis, ideatore di Italia Login e consigliere del Governo per i temi dell’innovazione digitale.

Quali servizi possiamo immaginare disponibili su tutta la piattaforma?

Nella visione della presidenza del Consiglio e su cui sto lavorando, quella della cittadinanza digitale, Italia Login è il progetto attraverso il quale iniziamo a mettere l’uomo al centro della rete, pensando a un web pubblico di servizio, accessibile in maniera semplice anche sotto forma di app, capace di liberare tempo e risorse per le persone e per il paese. Italia Login avrà un solo account, attraverso il quale gestire tutti i rapporti cittadino-Stato e imprese-Stato e tenere sotto controllo, in qualsiasi momento, la propria situazione: fisco, sanità, rapporti con le istituzioni locali, con le scuole dei propri figli. Tutto a portata di clic, comodamente in tasca.

Come lo useremo?

Ogni cittadino italiano avrà una cittadinanza online, un profilo dal quale potrà accedere alle informazioni e ai servizi pubblici che lo riguardano. Sarà un luogo di interazione con la pubblica amministrazione e le sue ramificazioni, arricchito dalle segnalazioni sulle opportunità e sugli obblighi pubblici che il sistema filtrerà in relazione al profilo anagrafico. Non un portale unico ma un ecosistema digitale unico dove il cittadino, con il suo profilo unico, riceve e invia tutte le comunicazioni con le PA e ne conserva lo storico, riceve avvisi di scadenze, effettua e riceve versamenti e ne conserva lo storico, archivia i propri documenti, interagisce con l’anagrafe digitale, esprime valutazioni su servizi e fornisce feedback e suggerimenti, partecipa alla vita democratica.

Ma in dettaglio, praticamente, come funzionerà?

Ci connetteremo a Login.italia.it da computer, tablet e cellulare, tramite i nostri dati dell’identità digitale che saranno forniti a tutti i cittadini. Qui troveremo un profilo utente che è la carta d’ingresso a vari servizi della pubblica amministrazione: con un clic potremo vedere la pagella dei nostri figli, i risultati delle analisi del sangue, pagare le tasse e le multe… Ci saranno anche i servizi delle aziende private che aderiranno al progetto. Per le informazioni più importanti – come l’accesso ai nostri dati sanitari – sarà richiesta una password aggiuntiva, che potrà essere generata al momento sul nostro cellulare, via app o sms. La piattaforma avrà un set di API, documentate in un apposito sito, che garantiranno l’interoperabilità del servizio e il suo utilizzo attraverso l’interfaccia unica. Gli uffici potranno scambiarsi le informazioni in relazione alle funzioni che devono svolgere, senza imporre al cittadino di trovarle per loro.Il risultato che ci proponiamo è dare a ogni cittadino una chiave d’accesso ai servizi digitali pubblici, un’identità digitale garantita da un sistema standard, un domicilio su Internet e un sistema facile e sicuro per i pagamenti e per ricevere scadenze ed avvisi.

Qual è in senso generale della piattaforma? In altre parole com’è sorta l’idea di Italia Login?

L’obiettivo di fondo è risolvere un paradosso che attanaglia i servizi digitali pubblici italiani: ce ne sono tanti, tantissimi, ma sono poco utilizzati, secondo il rapporto Desi 2015 della Commissione europea. Eppure siamo agli ultimi posti in Europa per uso dei servizi digitali della pubblica amministrazione e il motivo principale è che sono un caos ben poco utilizzabile. Secondo stime della Presidenza del Consiglio, l’Italia ha 240 siti gov.it, 50 mila siti web della PA, 100mila modalità di accesso diverse per servizi online. Per la realizzazione a regime di Italia Login dovranno essere in esercizio sia il Sistema Pubblico di Identità Digitale, sia l’Anagrafe Nazionale Unica e dovranno essere realizzati il Sistema di Gestione dei Procedimenti Amministrativi, il Sistema di notification, il Sistema di identificazione documentale. Si tratta insomma di creare un ecosistema digitale avanzato che dialoghi con la realtà, offra ai cittadini e alle imprese un “terreno” di incontro con la PA comune, chiaro, immediato e altamente fruibile. Dare alla società le condizioni per il suo sviluppo. L’idea è che se non sei fisicamente in fila agli sportelli perché le stesse cose ora le puoi fare con un clic, forse hai più tempo per creare cose belle, per progettare il futuro dell’Italia. E aprire un mercato di qualità per chi scriverà le App, soluzioni che dovranno competere sulla qualità all’interno dell’ecosistema di sviluppo Italia Login.

E’ un disegno rivoluzionario, così tanto che sembra difficile riuscire a cambiare così tanto i rapporti tra cittadini, Stato e imprese. In passato pure è stato tentato. Perché questa volta ce la possiamo fare?

L’Italia, che ama spesso dipingersi peggio di quello che è, ha già un’ampia infrastruttura digitale. Allo stato attuale delle cose, però, questa è pensata come un prolungamento digitale di una struttura fisica, un’architettura inefficiente che non sfrutta a pieno le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e dalle banche dati già esistenti. Bisogna rovesciare il paradigma: non devono essere il cittadino e l’azienda, a seguire lo Stato, è lo Stato che fornisce al cittadino e all’azienda tutto quello che riguarda il suo rapporto con esso, e lo fornisce anche attraverso un oggetto – il cellulare – che tutti abbiamo in tasca e che ha mille altri scopi. E’ con questo spirito che ce la possiamo fare.

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