VERSO LA RIPRESA

Digitale, Arcuri: “Dobbiamo ripensare ai modelli di sviluppo”

Rivoluzione tecnologica, innovazione e crescita: è la sfida con la quale si deve misurare l’Italia. Ma servono infrastrutture e una strategia funzionale ai piani ambiziosi del governo. Ecco la vision dell’amministratore delegato di Invitalia

Pubblicato il 28 Set 2015

Domenico Arcuri, Ad di Invitalia

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Quella che chiamiamo rivoluzione digitale non è solo la digitalizzazione di ciò che è analogico, ma deve essere anche l’occasione – per istituzioni e aziende pubbliche e private – di ripensare il proprio ruolo e i propri modelli di funzionamento e di sviluppo. In questo modo il “digitale” diventa un potente strumento di crescita e di cambiamento. Chi è impegnato a diffondere l’innovazione, come fa Invitalia costantemente da anni, comprende meglio quanto forte sia la richiesta che proviene dal Paese. Può sembrare sorprendente che l’Italia – con l’economia in affanno e penalizzata da un cronico digital divide rispetto all’Europa – riesca ad esprimere una così forte domanda di innovazione anche nelle aree più deboli, come il Mezzogiorno.
Lo abbiamo sperimentato con Smart&Start, l’incentivo con cui Invitalia sostiene le startup innovative e le iniziative nel settore dell’economia digitale. Si tratta della prima agevolazione pubblica gestita interamente on line, senza alcun documento cartaceo e con la massima garanzia di trasparenza. In cinque mesi abbiamo ricevuto 828 progetti, con 2500 imprenditori coinvolti e 450 milioni di euro di agevolazioni richieste. Considerando le due edizioni della misura, possiamo dire che oggi in Italia ci sono circa 550 startup innovative finanziate con questo strumento, molte delle quali al Sud. Se il Paese chiede innovazione, sta a noi cogliere l’opportunità di favorirla. Per questo è nata anche Invitalia Ventures, che gestisce un Fondo di venture capital rivolto alle startup e alle Pmi innovative.
Non c’è digitale, però, senza adeguate infrastrutture. Infratel Italia, controllata da Invitalia, tesse da anni la “tela” italiana in fibra ottica per ridurre il divario digitale di milioni di cittadini, perché non possiamo permetterci, che, anche in tema di banda larga e ultra larga, il Nord e il Sud viaggino a diverse velocità. La rivoluzione digitale, quindi, avviene quando non ci si limita a digitalizzare le procedure burocratiche, ma si arriva a semplificarle, velocizzarle e renderle più trasparenti; avviene quando si finanziano giovani di talento con un’idea brillante e al tempo stesso si costruisce intorno ad essi un ecosistema di servizi accogliente e intelligente, di per se stesso incentivante. È una sfida impegnativa, spesso rischiosa ma fondamentale per un Paese e una Pubblica Amministrazione che vuole crescere ed essere sempre di più al servizio dei cittadini.

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