FUTURE PROOF. Così nascerà l’intelligenza della folla

Pubblicato il 20 Giu 2011

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La Gsm Association stima che nel 2025 ci saranno cinquanta miliardi
di oggetti intelligenti connessi alla rete wireless e immersi in
tutte le forme dei dispositivi di consumo, dalle automobili ai
contatori di energia, ai dispositivi di monitoraggio e controllo
delle case, degli edifici e degli ambienti. Negli scenari della
Internet delle cose ci saranno miliardi di nano sensori e attuatori
immersi nell’ambiente e interconnessi tramite reti wireless
pervasive, sia agli utenti finali, sia a banchi di memorie e server
per l’analisi dei dati e l’esecuzione delle applicazioni.

I dispositivi mobili (telefonini, smartphone, tablet, portabili)
metteranno a disposizione degli utenti un menù inesauribile di
nuovi servizi che sfruttano la localizzazione e il contesto
dell’ambiente ove sono immersi gli oggetti intelligenti. I
dispositivi mobili del futuro avranno una straordinaria capacità
di comunicazione e di mediazione con il mondo circostante.
Conosceranno la posizione, la velocità, il percorso e le
intenzioni del loro utilizzatore, e magari conosceranno anche le
sue condizioni biofisiche tramite i sensori che indossa. I
dispositivi mobili del futuro conosceranno anche lo stato
dell’ambiente circostante e raccoglieranno informazioni in tempo
reale dalle reti di oggetti interconnessi e dagli altri dispositivi
mobili.

In un esempio di realtà aumentata offerta da uno smartphone del
futuro  l’utente chiede al suo mobile di identificare bar e
ristoranti nell’intorno di 500 metri; il dispositivo elenca le
alternative, due bar e un caffè, e chiede all’utente se vuole
dare un’occhiata al menù e ai prezzi, o vuole effettuare una
navigazione virtuale tridimensionale dei locali individuati. Altre
informazioni disponibili sono, ad esempio, la disponibilità per i
ticket-restaurant, oppure il rilascio di buoni sconto. L’esempio
ipotizza che l’utente chieda per la prima volta dove sono bar e
ristoranti nella piazza, altrimenti il dispositivo mobile ricorda
la scelta effettuata in precedenza dall’utente e gliela
ripresenta per prima. Quindi, i dispositivi mobili imparano ciò
che piace all’utente e le cose che sono per lui rilevanti, mentre
filtrano tutto ciò che è irrilevante.

Oltre al tatto, poi, anche i gesti e le parole potranno eseguire i
comandi di ingresso del dispositivo mobile, mentre nuove tecnologie
di visualizzazione, ottenute con sensori indossabili, consentiranno
agli utenti un’esperienza visiva aumentata simulando la visione
dei grandi schermi. Infine, i cosiddetti dati generati dalla folla,
crowdsourced, e cioè le informazioni messe a disposizione dagli
altri dispositivi mobili, permetteranno di conoscere in tempo reale
ciò che fanno le altre persone, e quindi: quanto lunghe sono le
code all’aeroporto, piuttosto che il traffico sulle strade,
oppure, quante persone stanno comprando la stessa mercanzia che
l’utente sta valutando.

La massiccia quantità d’informazioni raccolte e le azioni
susseguenti che devono essere intraprese per sostenere miliardi di
transazioni simultanee, creeranno una crescita vertiginosa della
domanda per servizi di calcolo a supporto delle applicazioni e
dell’analisi dei dati personali e ambientali, nonché per
l’apprendimento automatico delle preferenze degli utenti. Lo
scenario di riferimento, ove miliardi di dispositivi mobili
personali interagiscono col mondo degli oggetti intelligenti, viene
spesso indicato come adatto alla nascita di un’intelligenza
collettiva, detta intelligenza della folla, crowd intelligence.

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