Selex Elsag: “Security, Tetra punta di diamante. Ma serve più banda a 450 MHz”

L’azienda rivendica il ruolo dello standard di comunicazione destinato a servizi radiomobili professionali e alla pubblica sicurezza: “I costruttori stanno investendo ampiamente nell’evoluzione della tecnologia a larghissima banda ma servono nuove frequenze”

Pubblicato il 19 Lug 2011

Tutto quello che avreste voluto sapere sul Tetra……ma nessuno vi
ha mai spiegato. Perché il radiomobile professionale, di cui la
tecnologia Tetra é la punta di diamante, é un ambito per addetti
ai lavori con conoscenze specialistiche peculiari.

La difficoltá di comprendere le esigenze di chi utilizza le
comunicazioni professionali operando per la nostra sicurezza e per
la tutela delle infrastrutture critiche é spesso alla base di
alcune valutazioni fuorvianti commesse, talvolta, anche da esperti
di telecomunicazioni, che cercano di interpretare il radiomobile
professionale alla luce delle loro conoscenze dei sistemi
radiomobili pubblici. Ad esempio alcune affermazioni
nell’intervista
“Il Tetra arranca, è fermo all'era Gsm”
, pubblicata
sul Corriere delle Comunicazioni lo scorso 4 luglio, meritano un
approfondimento.

Inizialmente i sistemi radiomobili professionali sono nati per
soddisfare le esigenze di quelle agenzie che operano in due
principali ambiti: “mission critical”, cioè le organizzazioni
da cui dipende la sicurezza delle persone e la protezione dei loro
beni (Polizie, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, 118, ecc.);
“operation critical”, ovvero le organizzazioni che gestiscono
le grandi infrastrutture come ad esempio le ferrovie, le
metropolitane, le autostrade, l’energia. Molto piú tardi sono
arrivati i sistemi radiomobili pubblici, che offrono prestazioni
adeguate all’utenza indirizzata garantendo allo stesso tempo agli
operatori un ritorno sui loro investimenti.

Ma ha senso pensare che le tecnologie sviluppate per i sistemi
pubblici possano essere una risposta efficace ai bisogni di
comunicazione delle organizzazioni mission/operation critical? Il
servizio che le reti pubbliche offrono ai cittadini, a costi
considerati ragionevoli, ha fatto più volte sorgere questa
domanda.

In realtà i sistemi professionali sono progettati per offrire una
più ampia gamma di servizi rispetto a quelli pubblici:
istantaneità di chiamata, comunicazione simultanea tra decine e
centinaia di utenti, capacitá di comunicare anche in condizioni di
emergenza o disastro, quando si generano elevati impulsi di
traffico e sono frequenti le interruzioni di rete che invece
paralizzano i sistemi pubblici. Sono purtroppo innumerevoli gli
eventi in cui questo è accaduto, dal famoso 11 settembre al
terremoto dell’Aquila del 2009.

Porre rimedio alle debolezze dei sistemi pubblici in quelle
situazioni operative “tipiche” per chi opera in ambito
mission/operation critical non è d’altra parte fattibile: si
dovrebbero sovra-dimensionare i sistemi, modificarne le
architetture e aumentarne a tal punto le prestazioni da renderli
anti-economici per gli stessi operatori. Chi sostiene il contrario
sottintende di fatto che sono gli utenti professionali a dover
ridurre le loro aspettative e accontentarsi così di prestazioni
inadeguate.

Tutti gli studi di settore affidati a ditte di consulenza di
livello internazionale – come l’autorevole analisi di Gartner
realizzata nel 2008 per il governo norvegese – hanno costantemente
e concordemente confermato come le reti professionali dedicate e
Tetra in particolare siano la soluzione di riferimento per
rispondere ai requisiti mission/operation critical. E non è un
caso se nella maggior parte dei paesi europei è attiva o in via di
dispiegamento una rete Tetra per la Pubblica Sicurezza.

Nell’intervista del 4 luglio il Tetra viene definito come “uno
standard un po’ abbandonato a se stesso” che “spreca la
banda” e che è comunque sorpassato in termini di trasmissione
dati. Ma questo è fuorviante perchè le esigenze che Tetra va a
soddisfare sono completamente diverse da quelle che i sistemi 4G
citati nell’articolo sono attualmente destinati a coprire. E’
come paragonare un fuoristrada, nel nostro caso il Tetra, ad una
vettura di Formula 1, per noi i sistemi 4G, affermando che la
seconda macchina è assai più performante della prima in termini
di velocità. In realtà, infatti, tutto dipende dal
“percorso”: se la gara venisse svolta su terreno accidentato
l’auto da pista stenterebbe anche a partire.

Lo standard Tetra è poi al centro di un continuo processo di
aggiornamento tecnologico in ambito Etsi, con la diretta
partecipazione delle organizzazioni di Pubblica Sicurezza europee
che ne pilotano l’evoluzione con i loro requisiti. La tecnologia
larga banda Teds, sulla quale i costruttori Tetra hanno continuato
ad investire pesantemente, è ormai completamente definita e già i
principali leader del settore radiomobile professionale (Selex
Elsag, Motorola, Cassidian) sono pronti a rilasciare apparati sul
mercato, anzi già forniscono sistemi “Teds Ready”. Studi di
mercato, anche con patrocinio Etsi, concordano che la quasi
totalità dei servizi voce e dati larga banda professionali
richiesti da oggi al 2020 possono essere ampiamente soddisfatti con
la tecnologia Tetra/Teds.

La versione “base” di Tetra è spesso confrontata con il Gsm,
anche se in realtà ha prestazioni superiori in termini di
efficienza spettrale e servizi. Ma Tetra è già evoluto,
includendo nella sua definizione la versione a larga banda Teds,
progettata per operare su canali di varie dimensioni con
un’elevatissima efficienza spettrale superiore a qualunque
tecnologia disponibile, con capacità di fornire servizio su base
geografica. La sua massima velocità dati è di circa 500 Kb/s e
consente prestazioni dati complessive molto simili a quelle del 3G,
ma erogate su sistemi mission critical e con adattamento dei
servizi alle necessità del mondo professionale. Ad esempio, i
canali dati hanno capacità simmetriche in entrambe le direzioni
perché importanti applicazioni professionali hanno un cospicuo
invio dalla periferia verso i server central, mentre il 3G
privilegia di gran lunga la distribuzione dati.

I costruttori Tetra stanno inoltre già ampiamente investendo
nell’evoluzione del Tetra/Teds a larghissima banda basata su
tecnologia di accesso di tipo Lte (quindi 4G), ma opportunamente
modificata per supportare i requisiti dell’utenza professionale
mission & operation critical. Questo scenario evolutivo è stato
recentemente confermato da tutti i principali operatori – Selex
Elsag, Motorola, Cassidian – e dalla comunità degli utenti durante
il Tetra World Congress lo scorso maggio.

Quindi le reti Tetra attuali possono essere evolute verso Teds e
successivamente verso la larghissima banda e Tetra non
“arranca” affatto ma si muove verso il futuro con la serietà e
la determinazione che l’ambito professionale impone, riscuotendo
nel frattempo un ineguagliato successo a livello mondiale. Anche
l’informazione riportata nell’intervista del 4 luglio circa la
sotto-utilizzazione della banda 450 MHz rischia di essere
fuorviante perché sembra che questo sia legato a una qualche
caratteristica del radiomobile professionale e del Tetra in
particolare. Invece le nuove grandi reti Tetra regionali, già
operative o in corso di dispiegamento in Veneto e Lombardia,
richiedono urgentemente l’allocazione di ben più dei 29 canali
in banda 450 MHz previsti nella fase iniziale del Tetra
nell’ormai lontano 2000.

Lo sviluppo di tutto il radiomobile professionale, che ha un
potenziale economico elevatissimo, rischia di rimanere bloccato
dalla mancanza di frequenze proprio nel 450 MHz, dove invece sono
letteralmente “vuote” due estese sottobande, in attesa da oltre
sette anni di un provvedimento che le destini ai sistemi
professionali. Nonostante ben due consultazioni abbiano dimostrato
– attraverso le unanimi risposte di utenti, aziende del settore e
dell’associazione industriale Anitec – l’esigenza di allocare
le due sottobande al radiomobile professionale (Tetra e Teds), la
decisione non viene ancora presa. Che qualcuno invece voglia, per
l’ennesima volta, destinarle al radiomobile pubblico? Siamo certi
che questo sia davvero nell’interesse della comunità?




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