Banda larga: dalla Ue in arrivo 9,2 miliardi

Annunciato il piano 2014-2020: 7 miliardi saranno destinati alla realizzazione delle reti Ngn, il resto andrà a progetti per lo sviluppo di servizi digitali. Il commissario Kroes: “Ogni euro può generare investimenti nel settore privato tra 6 a 15 euro”. Il presidente dell’Etno Gambardella: “Incentivare i privati”

Pubblicato il 19 Ott 2011

Fondi in arrivo per la banda larga: la Commissione Ue ha proposto
di stanziare 9,2 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 per la
banda larga e i servizi digitali, di cui 7 miliardi destinati alla
realizzazione delle infrastrutture di rete. E' quanto indica il
commissario europeo per l'Agenda Digitale,
Neelie Kroes
, sottolineando l'impatto positivo della reti
di tlc sulla crescita economica.

"Nell'arco di 10 anni lo sviluppo della banda larga
potrebbe generare mille miliardi di euro in termini di nuove
attività economiche e creare milioni di posti di lavoro. Un
aumento della penetrazione della banda larga di 10 punti
percentuali genera una maggiore crescita del Pil tra lo 0,9 e
l'1,50%", ha detto la Kroes.

Il finanziamento Ue alla banda larga avrà un effetto di volano.
"Ogni euro investito nella banda larga può generare
investimenti del settore privato tra 6 e 15 euro, quindi significa
attivare investimenti tra 50 e 100 miliardi di euro", ha
aggiunto la Kroes, precisando che l'obiettivo è avvicinare
l'Europa agli standard di Giappone e Corea del Sud, dove la
penetrazione dell'ultra broadband è già rispettivamente del
12% e del 15% della popolazione.

I fondi, che rientrano nello strumento finanziario 'Connecting
Europe Facility' (Cef), faranno da complemento a finanziamenti
privati e pubblici e, secondo i dati della Commissione, saranno in
grado di moltiplicare gli investimenti fino ad arrivare a 50-100
miliardi.

Nel caso degli investimenti sulle infrastrutture della banda larga,
il Cef consentirà di dare "credibilità" a progetti
pubblici o privati diminuendo i fattori di rischio, perchè a
garantire su si essi ci sarà la Commissione europea e la Banca
europea degli investimenti. Lo scopo di Bruxelles è attrarre
investimenti sulle infrastrutture nelle aree più
"difficili" ovvero fuori dai centri urbani o quelle
scarsamente popolate.

L'agenda digitale europea fissa obiettivi per l'accesso
universale alla banda larga nel 2020 di almeno 30 Mbps, prevedendo
che almeno il 50% delle famiglie acquistino velocità superiori a
100 Mbps.

Per quanto riguarda i servizi digitali, il meccanismo prevede
sovvenzioni per costruire le infrastrutture necessarie per
l'identificazione elettronica, gli appalti pubblici
elettronici, le cartelle cliniche elettroniche, Europeana, eJustice
e servizi doganali. I fondi serviranno a garantire
l'interoperabilità e a finanziare i costi di gestione e di
interconnessione delle infrastrutture a livello europeo.

Etno, più incentivi agli investimenti privati
"Aumentando in modo significativo i finanziamenti per le reti
e i servizi a banda larga, la Commissione dimostra di considerare
il settore ICT come motore della crescita. Sebbene il finanziamento
pubblico abbia un ruolo chiave da svolgere in quelle aree
specifiche in cui la realizzazione commerciale non è fattibile,
gli obiettivi dell'Agenda Digitale potranno essere raggiunti
solo attraverso massicci investimenti privati", ha dichiarato
Luigi Gambardella, Presidente dell’Executive Board di Etno.

“Pur riconoscendo che la messa a disposizione di ulteriori
finanziamenti pubblici è un importante passo avanti per colmare il
divario digitale – aggiunge Gambardella – la Commissione dovrebbe
inviare un segnale forte agli investitori privati, applicando un
approccio regolamentare più proporzionato e stabile per stimolare
la domanda. Destinare risorse pubbliche al settore ICT, in assenza
di un chiaro contesto a favore degli investimenti, diminuisce
l'efficacia del finanziamento stesso".

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