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Frequenze alle Tlc, la Ue mette il turbo

Approvato dall’europarlamento il primo Radio Spectrum Policy Programme. Una svolta per la banda larga mobile continentale: entro il 2015 gli Stati dovranno liberare 1.200 Mhz ulteriori di frequenze. Il commissario per l’Agenda digitale, Neelie Kroes: “Contribuiremo a ridurre il divario digitale”

Pubblicato il 15 Feb 2012

F.Me.

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L’Europa accelera sulla banda larga mobile e mette fretta agli Stati per liberare nuove ulteriori frequenze a favore delle comunicazioni mobili. Il colpo d’acceleratore è contenuto nel primo Radio Spectrum Policy Programme approvato oggi dal Parlamento europeo. Si tratta di un programma quadro che prevede una serie di step e individua le bande di frequenza da aprire ai nuovi servizi di comunicazione digitale come la banda larga mobile 4G, la mobile Tv, libri digitali, soluzioni per i sistemi di trasporto, protezione civile, smart energy grid e sistemi smart metering.

Sulla base dell’accordo dal primo gennaio 2013 la banda a 800 MHz, attualmente utilizzata per la TV, dovrà essere liberata in tutti gli Stati membri a favore dei servizi a banda larga wireless. Ció contribuirà – spiega il Parlamento – a creare un mercato paneuropeo delle telecomunicazioni, dove i nuovi servizi saranno in grado di creare opportunità e crescita. La Commissione europea dovrebbe valutare, entro il primo gennaio 2015, se vi sia la necessità di armonizzare le bande di frequenze supplementari per gestire la crescita del traffico dati senza fili.

Entro il 2015 dovranno essere riallocati complessivamente alle comunicazioni wireless almeno altri 1.200 Mhz di spettro: una massiccia iniezione a favore del settore, considerando che l’asta italiana Lte che si è svolta a settembre ha riguardato appena 70 Mhz di spettro. Tuttte le authority nazionali sono autorizzate a utilizzare a questo scopo le bande 2.5-2.69 GHz, 3.4-3.8 GHz, 900/1800 MHz, e ovviamente la 800 MHz.

La decisione del Parlamento mette ulteriormente sotto pressione tutto il settore televisivo: le frequenze potranno essere reperite anche sottraendole al broadcasting, come pure alla radio digitale o al satellite. Ora spetterà ai vari governi, in accordo con la Ue, esaminare le varie bande da cui "prelevare" frequenze per le comunicazioni wireless.

Si tratta di un "primo mattone" della gestione comunitaria e armonizzata dello spettro europeo. L’industria per le comunicazioni wireless europea si stima che riguardi 3.5 milioni di posti di lavoro e rappresenti un giro d’affari annuo pari a 250 miliardi di euro.

Per il commissario all’Agenda Digitale, Neelie Kroes "l’adozione del programma contribuirà a ridurre il divario digitale, rendendo l’Europa un continente collegato e competitivo, con più scelte per banda larga senza fili". Per il relatore del provvedimento lo svedese Gunnar H”kmark (Ppe), le conseguenze del via libera sono importanti. "La prima politica europea in materia di spettro radio – spiega – permetterà all’Ue di riconquistare la leadership mondiale nella comunicazione senza fili’. Inoltre, ‘ottimizzerà l’uso delle frequenze a vantaggio di tutti gli utenti di smartphone e altre piattaforme digitali mobili".

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