NETWORKING

Baini: “Pronti per la rivoluzione dati”

L’Ad di Alcatel Lucent Italia: “Il traffico dati sta esplodendo e le telco dovranno dotarsi sempre più di soluzioni capaci di ottimizzare l’accesso e di rendere più performante il trasporto”

Pubblicato il 21 Mag 2012

Mila Fiordalisi

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Supportare le telco nella realizzazione delle infrastrutture a banda larga e ultralarga, fisse e mobili, attraverso tecnologie all’avanguardia in grado di spingere rapidamente il roll out dei nuovi network, ma anche di potenziare quelli esistenti. E migliorare la gestione del traffico dati attraverso sistemi capaci di instradare al meglio i bit in nome dell’efficienza e della quality of service. È questa la mission che si è data Alcatel-Lucent per gli anni a venire.
L’azienda sta spingendo forte l’acceleratore sull’innovazione e dopo il debutto della tecnologia Light Radio e del primo chipset al mondo a 400 Gb nei prossimi giorni altre importanti innovazioni faranno il debutto sul mercato. “Rivoluzioneremo il core networking”, annuncia al nostro giornale Gianluca Baini, Ad della filiale italiana, in vista dell’evento in programma a San Francisco il 22 maggio durante il quale saranno svelate le prossime novità. “Il traffico dati sta esplodendo e le telco dovranno dotarsi sempre più di soluzioni capaci non solo di ottimizzare l’accesso ma soprattutto di rendere più performante il trasporto. C’è molto da fare in tal senso. Stiamo pesantemente investendo su questo fronte e lavorando con tutti i principali operatori”.
Baini, investire nella banda larga e soprattutto in quella ultralarga comporta per gli operatori un forte impegno economico. In che modo un’azienda come Alcatel-Lucent può venire incontro alle esigenze delle telco e qual è secondo lei il modello più “sostenibile”?
Il punto è proprio rendere sostenibili gli investimenti. La fibra è l’ingrediente chiave della ricetta, ma non l’unico. Ha senso posare la fibra dove le condizioni di mercato garantiscono il ritorno degli investimenti e sicuramente l’Ftth è la soluzione più indicata per fare fronte alle esigenze future della domanda. Ma il mix tecnologico consente di velocizzare i piani e quindi è necessario. Nelle aree grigie e in quelle a fallimento di mercato l’integrazione fisso-mobile rappresenta la chiave di volta.
Investimenti pubblici o privati?
Nella aree ad elevata redditività gli investimenti devono essere portati avanti dai privati mentre in quelle più a rischio sul fronte del Roi l’intervento pubblico si rende necessario anche e soprattutto per stimolare gli investimenti privati. La fibra potrà garantire una copertura di circa il 20-25% del territorio. Per il resto quindi bisognerà agire diversamente. Il governo è impegnato a trovare una soluzione che punti proprio a incentivare gli investimenti in queste aree.
Mix tecnologico: quindi?
Intanto si possono migliorare sensibilmente le potenzialità delle reti esistenti, quelle in rame. Il Vectoring è una delle soluzioni ma Alcatel-Lucent sta lavorando a tecnologie in grado di potenziare ulteriormente la capacità. Poi ci sono tecnologie all’avanguardia come ad esempio le small-cells che permettono di realizzare subito reti ultraveloci superando gli ostacoli normativi legati all’installazione di nuovi ripetitori e anche quelli relativi alle emissioni elettromagnetiche.
In che senso?
L’installazione di nuovi ripetitori mobili nelle aree urbane non è semplice per questioni di disponibilità di siti ma anche per i limiti imposti dalla normativa in termini di elettrosmog. Attivare nuove portanti anche nell’ambito dei piani Lte porta spesso a un superamento del limite dei 6 volt. Le micro-celle rappresentano la soluzione: le dimensioni ridotte ne consentono la rapida installazione e inoltre sono a bassa potenza in termini di watt. Siamo nell’ordine dei 4-5 watt a fronte dei 60 delle grandi base station.
Le state già utilizzando?
In Italia abbiamo avviato un test nel Nord Italia.
Il piano di riorganizzazione annunciato a livello mondiale prevede un significativo ridimensionamento delle risorse umane. Come impatterà il piano sull’Italia?
L’Italia è fra i maggiori presidi europei di Alcatel-Lucent in termini di R&D. E lo resterà. A gennaio è stato annunciato un piano di esuberi che coinvolge 490 dipendenti su un totale di 2.200. Ma ciò non vuol dire che ci saranno 490 licenziamenti: stiamo lavorando per capire come valorizzare gli skill esistenti tenendo conto delle aree di business su cui sui stanno concentrando gli investimenti. Il governo Monti sta dimostrando una grande attenzione nei confronti del comparto Tlc e in questo senso abbiamo attivato un confronto con le istituzioni e le parti sociali.

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