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Telecom Italia, 2mila “esodati” tutelati

Accordo con Cgil, Cisl e Uil per la salvaguardia dei lavoratori in mobilità dal 2010, che non rientrano nei requisiti della riforma Fornero per accedere alla pensione. Saranno riassunti fino al raggiungimento dei termini previsti dal “Salva Italia”

Pubblicato il 02 Nov 2012

P.A.

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Telecom Italia in prima linea per la tutela degli esodati. Azienda e sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil hanno raggiunto un accordo che garantisce il ricorso a contratti a tempo determinato per 2mila lavoratori che, dopo un periodo di mobilità, non dovessero rientrare nei termini per accedere alla pensione, in base alle nuove regole fissate con la riforma Fornero. Preoccupazione per il destino dei 3.900 dipendenti Telecom in contratto di solidarietà dal 2010 erano state espresse nelle scorse settimane dai sindacati. Tanto più, che l’ipotesi di scorporo della rete allo studio del management si fa sempre più concreta.

Questi lavoratori saranno riassunti alle stesse condizioni economiche e con il medesimo inquadramento che avevano alla cessazione del rapporto di lavoro, per il periodo necessario a maturare i requisiti previsti dal Dl/2011, il “salva Italia”, che allunga prgressivamente i tempi per accedere alla pensione.

L’intesa siglata da Telecom è figlia dell’accordo siglato nel 2010 con i sindacati per la mobilità di 3.900 dipendenti. Nel corso della vigenza dell’accordo, è intervenuta la riforma del sistema pensionistico, introdotta con legge 214/2011, che ha previsto una norma di salvaguardia dei requisiti pensionistici previgenti per alcune categorie di lavoratori. Dei 3.900 dipendenti Telecom in mobilità, 1.900 rientrano nella platea dei lavoratori salvaguardati rispetto alla riforma Fornero, cioè sono esentati dalle nuove regole pensionistiche. Questi 1.900 dipendenti rientrano fra i 120mila lavoratori tutelati con due provvedimenti separati: il decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 luglio 2012, che comprende i lavoratori poosti in mobilità alla data del 4 dicembre 2011, e con legge 135/2012 di conversione del Dl 95/2012, che riguarda anche i lavoratori posti in mobilità dopo il 4 dicembre 2011.

Gli altri 2mila lavoratori rientrano nella legge n. 135/2012 “che estende la salvaguardia ad ulteriori 55.000 soggetti e comprende altresì la tipologia di lavoratori collocati in mobilità anche dopo il 4 dicembre 2011, sempre che maturino i requisiti durante la fruizione dell’indennità di mobilità, prevedendo anche in tale ipotesi condizioni coerenti con la mobilità in atto in Telecom Italia”. Il nuovo accordo siglato il 26 ottobre con i sindacati è destinato a verificare il rispetto della salvaguardia entro il 15 marzo del 2013. Telecom Italia confida che che i 2mila lavoratori interessati rientreranno fra i 55mila salvaguardati in base al Dl 95 dell’estate scorsa. L’intesa siglata con i sindacati è una copertura di tipo complementare rispetto alle garanzie statali. L’azienda non li avrebbe lasciati senza copertura in caso di imprevisti.

L’accordo riguarda altresì “i lavoratori posti in mobilità dal primo gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 che, pur raggiungendo durante il periodo di fruizione di indennità di mobilità i requisiti pensionistici previsti dalla legislazione in vigore all’atto dellaa stipula del 2 novembre 2010, per effetto di intervenute modifiche legislative, non dovessero più raggiungere il diritto a pensione”. “L’azienda si impegna a garantire la riassunzione con contratto a tempo determinato al termine del periodo di collocazione in mobilità – si legge nell’accordo – alle medesime condizioni economiche ed inquadramenti in essere all’atto della cessazione, per il periodo necessario all’acquisizione dei requisiti pensionistici secondo le vigenti norme di legge. In alternativa le parti potranno individuare mediante intesa diverse soluzioni di tutela”.

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