LAVORO

Samsung, nel mirino i fornitori cinesi

La società ha effettuato controlli sulle fabbriche per monitorare le condizioni di lavoro. Nessuna violazione delle norme sui minori, ma ore di straordinario più alte rispetto a quanto previsto dalla legge. Entro l’anno in campo azioni correttive

Pubblicato il 26 Nov 2012

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Samsung Electronics controlla le condizioni di lavoro nelle fabbriche di 105 (su un totale di 249) fornitori in Cina. La decisione è stata presa dopo l’allarme lanciato dalla ong Cina Labor. I controlli effettuati dalla società coreana non hanno rilevato alcuna violazione delle leggi locali in materia di lavoro né inadempienze rispetto al codice di condotta di Samsung, soprattutto sul versante lavoro minorile. Tuttavia l’audit di Samsung ha individuato diversi casi di pratiche inadeguate, tra cui ore di straordinario più alte rispetto alle normativa vigente, il fatto che le aziende non conservino una copia del contratto di lavoro dei dipendenti in sede e la mancanza di un sistema per monitorare ritardi o assenze.

Samsung ha annunciato lo sviluppo di azioni correttive per ciascuna delle violazioni, la maggior parte delle quali dovrebbe entrare in vigore entro la fine di quest’anno quando saranno effettuati controlli sui restanti 144 fornitori. La società si è inoltre impegnata, a partire dal 2013, a continuare i controlli sulle condizioni di lavoro sui 249 fornitori cinesi attraverso il Validated Audit Process dell’Electronic Industry Citizenship Coalition, un sistema di monitoraggio indipendente.

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