CANALI 61-69

Frequenze: Tv locali, aut aut finale

Oggi la dead line per lo spegnimento volontario del segnale sulla banda a 800 Mhz destinata all’Lte. Lunedì le ultime graduatorie. Tenaglie in vista per chi non sgombera. Eva Spina (Mise): “Spenti 796 impianti e liberate 60 frequenze su 64”

Pubblicato il 07 Dic 2012

Paolo Anastasio

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Scade oggi il termine ultimo concesso alle emittenti locali che hanno aderito al rilascio volontario delle frequenze a 800 Mhz sui canali 61-69, le più pregiate destinate agli operatori mobili per l’accensione del segnale Lte. In teoria, quindi, oggi tutte le emittenti che avevano lasciato volontariamente le frequenze spengono le trasmissoni. Gli operatori telefonici (Telecom Italia, Vodafone e Wind) potranno accendere il segnale Lte a 800 Mhz a partire dal primo gennaio del 2013 e per allora le frequenze dovranno essere libere.

Tra oggi e lunedì prossimo, inoltre, escono le graduatorie per la ricollocazione delle emittenti che intendono continuare a trasmettere su altre frequenze, per chiudere il processo di spegnimento del segnale televisivo sugli 800 Mhz. Potenziali intoppi nel processo di spegnimento del segnale tv, secondo fonti interne alle emittenti locali, “potrebbero derivare dal fatto che il ministero è in fortissimo ritardo” sull’assegnazione delle frequenze compensative. Altri intoppi potrebbero derivare dalle graduatorie: gli esclusi potrebbero ricorrere a ricorsi e contenziosi.

Lo Stato ha messo sul piatto 174 milioni di euro come compensazione per le tv locali per il rilascio volontario delle frequenze a 800 Mhz. In media, si tratta di circa un milione di euro per ogni emittente disposta a spegnere l’impianto situato su uno dei canali 61-69 (diverse le condizioni per chi rilascia l’impianto su altre frequenze). A chi non accetta verrà assegnata una frequenza di minor qualità mentre chi accetta, e incassa il denaro, può scegliere fra chiudere bottega o proseguire l’attività come fornitore di programmi (li farà veicolare da un terzo).

Di certo c’è che per le emittenti che si rifiutassero di spegnere il segnale entro il 31 dicembre scatterebbero le tenaglie e misure coattive per lo spegnimento del segnale.

“Il processo di spegnimento degli impianti è andato secondo i nostri programmi – dice Eva Spina, la dirigente del Dipartimento delle Comunicazioni che segue dall’inizio il processo di digitalizzazione della tv – Oggi i nostri ispettori, nonostante la neve, hanno seguito lo spegnimenti degli impianti in Piemonte e Lombardia. In totale sono stati spenti 796 impianti, la prima fase è così conclusa. Ad oggi, sono state liberate 60 freqeunze su un totale di 64. Le procedure con le graduatorie saranno pubblicate nei prossimi giorni”.

Intanto, sul fronte del tavolo ministeriale anti-interferenze l’ultima riunione che si è tenuta due giorni fa ha visto la partecipazione del delegato dei consumatori e degli antennisti.

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