L'ANALISI/2

Ngn, Fttc protagonista del decennio a venire

L’evoluzione tecnologica amplifica il potere del rame. Con il G.Fast possibili fino
a 1 Gb aggregati entro 100 m e 200 Mb entro 200 m

Pubblicato il 23 Gen 2013

Alessandro Longo

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Si chiama Vdsl2 (fibra fino all’armadio, fiber to the cabinet) la novità su cui sono riposte molte speranze italiane di avere una rete di nuova generazione, in particolare per il mercato residenziale.
È la tecnologia al momento preferenziale per Telecom Italia (obiettivo 100 città, 7 milioni di famiglie, da coprire entro il 2014), e per l’espansione della rete di Fastweb (20 città, 3 milioni di famiglie al 2014). È una scelta che ha vantaggi pratici ma comporta anche una sfida tecnologia notevole. Il Vdsl2, di per sé, arriva a 50 Mb su un doppino di rame lungo massimo 400 metri. Dall’armadio alle case degli utenti la distanza è in media di 200-300 metri, nelle città italiane. Ma per avere una banda ultra larga a tutti gli effetti, 100 Mb, bisogna aggiungere al Vdsl2 il vectoring e qui cominciano le difficoltà. Il vectoring è un algoritmo che deve essere integrato nei sistemi dell’operatore e nei modem degli utenti. In sostanza, grazie a una sofisticata gestione dello spettro radio, riesce ad annullare il rumore presente sul cavo di rame e quindi ottimizzarlo come mezzo di trasporto del segnale.


Tutti i modem-utente dello stesso gruppo di doppini devono essere almeno vector-friendly, altrimenti se ne perdono i benefici. E non c’è ancora uno standard, quindi per il vectoring è necessario che ci siano apparati di un solo vendor. Questo è uno dei problemi che ci saranno quando Fastweb e TI proveranno a convivere nelle stesse zone. E ancora: il Vdsl2 richiede all’interno dell’armadio un mini-dslam, in grado di gestire fino a 48 doppini. Nella quasi totalità dei casi non c’è spazio anche per l’apparato Fastweb, che quindi dovrà creare propri armadi. Per contenere i costi e occupare meno spazio, Fastweb sta pensando di fare armadi interrati, dove fare arrivare la propria fibra. La sfida sarà riuscire a essere competitiva con Telecom nonostante il costo extra dell’armadio e il canone di noleggio del doppino (sub loop unbundling).


“Realizzare il Fttc costa quattro volte in meno rispetto al Ftth, per ogni abitazione coperta: 200 contro 800 euro circa”, sottolinea Roland Montagne, analista di Idate. “Evita inoltre le difficoltà del cablaggio verticale. Di contro però ha costi operativi più alti: consuma 4-5 volte in più in energia per via degli apparati da alimentare; occupa 4-6 volte in più spazio pubblico”.
“E poi c’è un deficit di prestazioni, rispetto alle tecnologie tutte in fibra, che sono le sole a essere davvero a prova di futuro – aggiunge -. Anche con il vectoring, il Vdsl2 resta fortemente asimmetrico: l’uplink è dieci volte più lento del downlink”. Un problema per le aziende, che hanno bisogno di buona banda in upload. È uno dei motivi per cui gli operatori metteranno fibra negli uffici. Vectoring e tecnologie future miglioreranno il download, su rame. Il Phantom Mode aggiungerà coppie di rame virtuali a gruppi di coppie fisiche legate assieme (bonding), per velocità fino a 300 Mb aggregati (sommando le velocità di download a quelle di upload). Tra il 2014-2015 dovrebbe arrivare il G.Fast, cioè fino a 1 Gb aggregati entro 100 metri e 200 Mb entro 200 metri di distanza (tra armadio e la casa). Se lo sviluppo tecnologico andrà come previsto, le prestazioni nelle case non dovrebbero essere un problema con il Vdsl2. Almeno, non entro questo decennio. Si presenterà subito però una questione di tipo regolatorio, per Telecom: il vectoring impedisce l’Ull. Non solo: a differenza delle tecnologie in fibra, non è prevista una soluzione tecnica per permetterlo in futuro.

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