IL DOSSIER 3 ITALIA

Curti, 5 Stelle: “Ben vengano i cinesi in Telecom”

Il referente lombardo per l’Agenda Digitale, a titolo personale, commenta positivamente la possibile fusione con 3 Italia: “Ma serve un piano industriale sostenibile che valorizzi gli asset”. Gasparri (Pdl): “Rete strategica per TI, ma va integrata in società più ampia”

Pubblicato il 16 Apr 2013

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“Se i cinesi hanno, come immagino, un piano industriale sostenibile che parli di sviluppo e valorizzazione degli asset di Telecom Italia e del territorio (inteso come competenze ed esigenze), io dico ben vengano i cinesi”. Alex Curti, referente lombardo per l’Agenda Digitale del Movimento 5 Stelle commenta, a titolo personale, la possibile fusione tra Telecom e 3 Italia.

Per lungo tempo su Telecom Italia, ricorda l’esponente grillino, “invece di impostare un innovativo piano industriale e strategico si è preferito, complice la politica, lavorare sul piano finanziario”.

“Forse se si fosse lavorato in quella direzione non si sarebbero vendute buona parte delle centrali a una banca d’affari e Tronchetti Provera non avrebbe dilapidato il patrimonio immobiliare – sottolinea Curti – Forse, nell’ultimo ventennio, si sarebbe potuto lavorare per la realizzazione di un’infrastruttura performante in fibra ottica, si sarebbe potuto lavorare insieme agli altri operatori per condividere gli investimenti di dorsale, di accesso e addirittura al cabinet. Soluzione, questa, messa in evidenza anche dal commissario Agcom, Maurizio Decina“.

“Forse si sarebbe potuto strutturare una vera proposta di servizi base ed evoluti e non si sarebbe ricorso in maniera spinta all’esternalizzazione – cpnclide Curti – Nella maggior parte degli appalti pubblici, Telecom Italia interviene come main contractor apportando un bassissimo valore aggiunto a discapito di oneri finanziari spesso sulle spalle dei sub-appaltatori”.

Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Pdl) ricorda che “da tempo si discute della possibilità di costituire una società della rete delle telecomunicazioni. Credo che questo tema debba essere ripreso alla luce delle iniziative che Telecom sta assumendo in vista di futuri assetti azionari”. “La rete è un valore strategico di Telecom che non può essere certamente espropriato – prosegue Gasparri – Tuttavia riteniamo sia arrivato il momento di cominciare a discutere di progetti che, fatti salvi i diritti dei proprietari, integrino in una società più ampia la rete di telecomunicazione”.

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