IL CASO

Roaming, no all’abolizione: in Francia, levata di scudi anti-Kroes

Piovono critiche sul piano che prevede la creazione del Mercato unico europeo delle Tlc i cui dettagli saranno svelati a luglio: “Tarato esclusivamente sugli interessi dei consumatori”

Pubblicato il 12 Giu 2013

Patrizia Licata

europa-unione-europea-121218162942

La proposta di mercato unico delle telecomunicaizoni che la Commissione europea sta definendo non piace assolutamente alla Francia. In particolare, è l’abolizione del “roaming”, uno dei cavalli di battaglia di Neelie Kroes, a scatenare la levata di scudi d’Oltralpe: per il regolatore telecom francese Arcep, “questo è un obiettivo, non un mezzo” per arrivare al mercato unificato.

Il quotidiano Les Echos parla di un nuovo big bang che si prepara ad esplodere, innescato dalle nuove regole destinate ad avere impatto importante su tutto il settore telecom. La Commissione, come noto, spinge per superare l’attuale frammentazione e permettere di erogare servizi mobili e digitali senza confini, a beneficio anche degli operatori che potrebbero sfruttare le economie di scala di un mercato che conta 500 milioni di consumatori.

Tuttavia i francesi non vedono i vantaggi per le telco. La proposta di abolizione del roaming sponsorizzata dal commissario all’Agenda digitale Kroes va solo a favore dei consumatori, replica Yves Le Mouël, delegato generale della Fédération française des télécoms. “Il governo non è per niente soddisfatto delle proposte della Commissione sul mercato unico delle telecomunicazioni”, ribadisce Fleur Pellerin, ministro francese con delega all’Economia digitale, per la quale “la fine del roaming in Europa sarebbe un grave colpo inferto ai margini degli operatori”.

Sulla stessa falsariga le dichiarazioni del direttore generale dell’Arcep, Benoît Loutrel: “Non si può decretare la fine del roaming di punto in bianco. Ci si arriverà col tempo, ma non è questo lo strumento per creare il mercato unico delle telecomunicazioni”. Sulla questione è intervenuto infine Jean-Paul Tran Thiet, avvocato della società legale White and Case: “Le condizioni d’accesso alle frequenze e la copertura sono diversi in ogni paese-membro: insomma, le fondamenta del mercato unico ancora non esistono ed ecco che già si vuole aboire il roaming”.

La posizione della Francia è dunque far precedere ogni altra misura dall’armonizzazione della normativa sui diversi mercati dell’Ue. Un processo che si annuncia lungo e complicato perché ciascun attore tiene alle proprie prerogative: gli stati, che assegnano le licenze, i regolatori nazionali, che fissano le regole di settore, e Bruxelles, che, dal punto di vista francese, vuol comandare tutto dall’alto. Ci vorrebbe forse un super-regolatore europeo che detti legge su tutti? La stessa Bruxelles frena su questo punto, indicando che “Ci vorranno sempre dei regolatori nazionali per le norme sul’accesso all’ultimo miglio degli operatori storici”. Le proposte della Commissione sul mercato unico telecom sono previste per luglio: le repliche della Francia non si faranno aspettare.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 2