Dècina: “Tlc, dal 2005 prezzi giù fino al 20%”

Il commissario Agcom: “In Italia maggiori benefici per i consumatori rispetto ad altri Paesi”

Pubblicato il 12 Giu 2013

La penetrazione della banda larga in Italia è ferma al 55,1% delle famiglie, a fronte di un dato medio europeo del 72,5 per cento. Sono i dati, relativi a gennaio 2013, che Maurizio Dècina, commissario dell’Agcom, ha illustrato al convegno MisuraInternet. L’Italia è grossomodo a livello di Cipro. Inoltre, guardando alla popolazione complessiva, la penetrazione della banda larga è del 23,5% mentre in Europa è del 28,8 per cento. In più in Italia solo lo 0,1% delle linee è al di sopra dei 30 Mbps (megabit al secondo), a fronte di un risultato europeo che vede il 14,8% delle linee sopra i 30 Mbps e il 3,4% sopra i 100 Mbps. Fanalino di coda per l’Italia anche per la velocità di download. Come ha affermato Dècina, citando dati di aprile scorso, l’Italia ha una velocità di 6,2 Mbps, a fronte dei 22,8 Mbps del Portogallo, del 20,3 Mbps dell’Uk, 19,2 Mbps della Germania. Fanno meglio dell’Italia anche Francia con 17 Mbps e Spagna con 14,4 Mbps.

Dècina ha sottolineato che “in Italia i prezzi della telefonia sono scesi, dal 2005, del 15-20% in più rispetto agli altri paesi trasferendo così un enorme beneficio ai consumatori, e aggiungo purtroppo, perché sono circondato da operatori che mostrano conti economici sempre piu’ critici, i valori di guadagno sono bassissimi per tutti”. Si tratta, ha aggiunto Dècina, del ”contrario di quello che è avvenuto negli Stati Uniti, dove il regolatore ha protetto i campioni nazionali (Google, Verizon, AT&T) piuttosto che i consumatori: questi sono i due estremi del mercato delle tlc.

“Ricordiamoci comunque – ha concluso – che anche in Inghilterra, Paese che ci piace sempre prendere come esempio, i prezzi della telefonia retail sono aumentati del 25%”.

Il convegno è stato organizzato da Agcom in collaborazione con la Fondazione Ugo Bordoni. Nel suo intervento il presidente della Fub, Alessandro Luciano ha annunciato che “la Fub darà il proprio contributo al progetto europeo MPLANE, che mira alla realizzazione di un’architettura all’interno della rete IP dedicata al monitoraggio delle prestazioni della rete a tutti i livelli: dal livello fisico al livello di applicazione”.

In questo progetto, ha spiegato il presidente, Fub metterà a disposizione le conoscenze e le esperienze maturate in questi anni sulle reti di nuova generazione, e in particolare con lo strumento di misura Ne.Me.Sys. (NEtwork MEasurement SYStem) realizzato nell’ambito di MisuraInternet.

Luciano ha ricordato che Fub supporta il Ministero per lo Sviluppo economico nell’attuazione del piano di riorganizzazione della banda a 900 MHz e l’Agcom per la realizzazione dell’indagine conoscitiva sull’attribuzione, assegnazione e utilizzo dello spettro radioelettrico (Spectrum Inventory) una delle azioni preliminari di maggior rilievo imposte agli Stati Membri finalizzata a conoscere il reale utilizzo delle frequenze.

Recentemente l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) e Fub hanno firmato una convenzione quadro. Il primo accordo esecutivo riguarda uno dei principali obiettivi dell’Agenzia: la razionalizzazione e il consolidamento delle infrastrutture digitali delle pubbliche amministrazioni.

Il progetto prevede che la Fub effettui il censimento dei Centri per l’elaborazione delle informazioni (Ced) della Pubblica Amministrazione e l’elaborazione delle linee guida, basate su principi di efficienza internazionalmente riconosciuti, per la definizione di un piano triennale di razionalizzazione dei Ced delle amministrazioni pubbliche che dovrà portare ad un cospicuo risparmio nella spesa pubblica e alla diffusione di standard comuni di efficienza, di sicurezza e di rapidità nell’erogazione dei servizi ai cittadini e alle imprese.

In questi giorni Fub ha rilasciato il position paper contenente le linee guida per la razionalizzazione delle infrastrutture ICT della PA che sarà distribuito a tutti i responsabili delle pubbliche amministrazioni. E’ partita anche la fase di ricognizione sui data center ed è stato istituito un tavolo tecnico di coordinamento con i privati sui seguenti temi: opportunità del cloud per le PA e sviluppo di nuovi modelli di business.

“La convenzione con l’Agid – ha concluso Luciano – conferma che il ruolo della Fondazione non è solamente quello di un partner tecnologico, quanto quello di un soggetto terzo che si candida a elaborare strategie di intervento a partire dall’osservazione attenta del contesto e dalla conoscenza approfondita di tutti gli interessi coinvolti”

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