RELAZIONE 2013 AGCOM

Cardani: “Scorporo rete, per Telecom regole a geometria variabile”

La separazione dell’infrastruttura può rappresentare una soluzione permanente alla contrapposizione incumbent-Olo, ha evidenziato il presidente dell’Agcom in occasione della presentazione della Relazione annuale alla Camera. Ma le regole dipenderanno dal perimetro di cessione degli asset. Sul tavolo dell’Autority anche i dossier Ngn, diritto d’autore online, Ott e servizi postali

Pubblicato il 09 Lug 2013

angelo-cardani-120517122447

Scorporo della rete Telecom, nuove reti Ngn, diritto d’autore online: sono queste le principali sfide che l’Agcom dovrà affrontare di qui al prossimo futuro. A delineare scenario, criticità e prospettive il presidente Angelo Marcello Cardani in occasione della presentazione alla Camera della Relazione Annuale dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

“Nelle telecomunicazioni sono due i temi che la regolazione dovrà affrontare e che sono sotto gli occhi di tutti: in generale il bilanciamento tra concorrenza e investimenti, più specificamente l’impatto della proposta di separazione volontaria della rete di accesso di Telecom Italia sulla non discriminazione e la parità di accesso fra operatore dominante e concorrenti”, ha detto Cardani. (LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE)

INVESTIMENTI NGN. Nell’evidenziare “il fiato corto” che hanno avuto negli ultimi anni gli investimenti nelle reti di nuova generazione e il ritardo dell’Italia nell’uso del mix tecnologico Cardani ha acceso i riflettori sul ruolo dell’Agcom “che dovrà saper trovare il giusto equilibrio tra l’obiettivo di promozione della concorrenza e incentivazione agli investimenti”, considerando che non tutte le aree del Paese sono a stessa redditività. Semplificazione amministrativa (scavi e condivisione di tubi), diversificazione tecnologica e regole economiche in linea con il dinamismo del mercato gli ingredienti della ricetta per spingere la realizzazione delle nuove infrastrutture. Sul fronte regolatorio “la separazione della rete di accesso e il modello di equivalence of input possono costituire in tal senso un’opportunità, se finalizzate a promuovere lo sviluppo delle reti di nuova generazione, con tempi e azioni guidati dalle imprese e a condizioni paritetiche”, ha sottolineato Cardani.

LO SCORPORO DELLA RETE TELECOM. Coraggiosa e innovativa: con questi aggettivi Cardani definisce l’operazione scorporo Telecom “che può rappresentare una soluzione permanente alla contrapposizione incumbent/entranti tipica delle industrie di rete: tanto più lo scorporo sarà ampio (con il perimetro degli asset ceduti comprendente anche elementi attivi di rete) e profondo (verso una separazione effettiva del controllo), tanto più il dividendo regolamentare potrà essere significativo. Situazioni intermedie implicheranno inevitabilmente valutazioni graduali”.

DIRITTO D’AUTORE ONLINE. L’Agcom ha inoltre deciso di riesaminare il tema del diritto d’autore online “un fascicolo scomodo oltre che difficile, una sorta di costa a ostacoli”, ha evidenziato il presidente. Tre i pilastri su cui si baserà l’azione dell’Autorità: educazione alla legalità, promozione dell’offerta legale, azione di enforcement attraverso l’adozione di un regolamento “rispettoso dei principi di garanzia, ragionevolezza, proporzionalità dell’azione amministrativa”. Come già evidenziato nei mesi scorsi Cardani ha ribadito che “qualora il Parlamento intervenisse ad adottare una riforma della legge che tutela il diritto d’autore per adeguarla alla nuova realtà tecnologica e di mercato, l’Autorità sarebbe lieta di confermare la propria azione alle nuove scelte legislative”.

OTT E SERVIZI POSTALI. L’Agcom sta inoltre valutando la possibilità di estendere anche agli over the top alcune delle norme che attualmente valgono solo per gli operatori dell’audiovisivo: “In tal senso intendiamo promuovere un approccio maggiormente armonizzato con le autorità di regolazione degli altri Paesi europei”. “Bollente” anche il “dossier” postale nel cui perimetro l’Agcom è entrata a operare da poco più di un anno: “Siamo consapevoli che l’industria sta attraversando una fase di radicale cambiamento. Il giro d’affari dei servizi postali tradizionali è in evidente contrazione, ma l’innovazione e le opportunità che da tale cambiamento discendono lo rendono un settore ancora vitale”. Resta da sciogliere però la questione della ripartizione delle funzioni e delle competenze fra Agcom e governo e fra l’altro Cardani ha puntualizzati che l’Autorità sta gestendo la competenza “senza alcuna forma di copertura dei costi di funzionamento attraverso il previsto contributo delle imprese: siamo in attesa del necessario intervento governativo”.

FREQUENZE. Il riordino dello spettro radioelettrico è un’altra delle questioni clou. “A breve chiuderemo il nuovo piano di assegnazione delle frequenze televisive e abbiamo posto le basi della strategia di ripartizione delle frequenze in banda 700 tra tv e tlc da portare avanti nel 2015-2020”, ha detto Cardani, il quale ha ricordato che sono state avviate le prime sperimentazioni della radio digitale (Dab). Cardani ha evidenziato che “il coordinamento con il ministero dello Sviluppo economico è essenziale, sia per affrontare insieme le attività in campo internazionale sia per essere efficaci nelle rispettive attività – altamente complementari – di ripartizione e assegnazione dello spettro radioelettrico ai diversi usi”.

NUOVE ANALISI DI MERCATO. Per garantire concorrenza e pluralismo l’Agcom si prepara ad avviare nuove analisi di mercato. “Non dobbiamo avere paura di osservare con lenti nuove – ha detto il presidente -. Il cambiamento richiede nuove analisi di mercato, anche al fine di verificare se tecnologie, domanda e offerta si muovono con la stessa velocità, e di valutarne gli effetti sulla concorrenza e sul pluralismo, due missioni fondamentali del nostro operare”. Già in programma l’analisi del mercato della capacità di trasporto su reti Dtt “ed è nostra intenzione – annuncia Cardani – avviare a breve l‘analisi dei singoli mercati del Sistema intergrato per le Comunicazioni (Sic) per la verifica di eventuali posizioni dominanti e del loro effetto sulla concorrenza e sul pluralismo”.

LA RELAZIONE ANNUALE

Oltre alle sfide che attendono l’Agcom il presidente Cardani ha anche riassunto i principali “numeri” della società digitale italiana. Le famiglie che al 2012 avevano una connessione a banda larga su cavo erano il 49%; ma il dato di quelle connesse con almeno un minorenne balza al 71%7. Ancora: le classi di età che più hanno utilizzato Internet nell’ultimo anno sono quelle comprese tra i 15 e i 19 anni, circa il 5% della popolazione.

In Italia il contributo al Pil dei servizi tlc sconta la congiuntura negativa, sebbene in misura inferiore rispetto ad altri servizi per effetto della contrazione degli investimenti. È passato dal 3,2% del 2006 al 2,4% del 2012. La spesa delle famiglie per servizi di comunicazione sul totale dei consumi nello stesso periodo è scesa dal 2,41% all’1,94%, effetto del proseguimento della pressione concorrenziale sui prezzi finali.

“La Internet economy – ha detto Cardani – erode quote di mercato al traffico voce e dati tradizionale; continua la crescita del traffico IP in mobilità; il video è il principale driver della crescita della domanda di traffico su web. Dunque, se le telecomunicazioni sembrano ridimensionate, il valore di Internet si estende a dismisura al diffondersi del suo utilizzo”.

La necessità di investire nelle nuove reti “è tanto evidente quanto urgente”, prima che l’offerta “finisca per strozzare quella domanda in fieri cui siamo attaccati come al filo d’Arianna”. Esito che implicherebbe – si legge nella relazione del presidente – non solo un maggiore ritardo nello sviluppo settoriale, ma anche un aumento dello spread economico14 e culturale del Paese. Ma poiché il valore generato è un valore di sistema, analoga dimensione deve avere il tema delle risorse e delle condizioni per gli investimenti, inevitabilmente più ampia di quella settoriale.

La realizzazione delle nuove reti Lte prosegue a velocità ridotta rispetto alle previsioni; le reti fisse di nuova generazione sono al palo. Sopra i 10 Mbit/s, la sottoscrizione media al 2012 in Europa è del 59%, da noi ristagna al 14%. Non pervenuta quella per le connessioni sopra i 30 Mbit/s. Non pervenuta la fibra, né la cablatura dei distretti. Non pervenuta la catch-up tv, né il video on demand.

Il valore complessivo del Sistema Integrato delle Comunicazioni tra il 2010 e il 2011 si è ridotto ancora di un miliardo di euro, un decremento del 3,7%. Unici a crescere del 12% i ricavi dei media su Internet, sebbene rappresentino per ora circa il 4% del SIC. La decrescita investe principalmente l’editoria, i cui ricavi nel 2012 si sono ridotti ancora del 14%. In due anni un miliardo di euro in meno di fatturato solo nella carta stampata, non solo per effetto della contrazione generale della raccolta pubblicitaria, ma anche del cambiamento nella struttura del mercato. Reagire considerando Internet solo come una minaccia, e non un incentivo al cambiamento dei modelli di offerta, non aiuterà il percorso di alcun media.

Sky sorpassa Mediaset e Rai, con la quota più alta di ricavi e la minore flessione. Al secondo posto per ricavi c’è Mediaset, che però segna la flessione maggiore, e quindi la Rai, terza per ricavi e seconda per flessione annua. Nel 2011 la contrazione dei ricavi dei servizi televisivi era stata leggera, nel 2012 invece la flessione è dell’8,7%, la tv in chiaro perde l’11,9%, mentre gli introiti della televisione a pagamento hanno registrato una riduzione del 3.5%.

Nel 2012 il gruppo Newscorp/Sky Italia ha incassato 2,63 miliardi di euro, il 32% del totale, con un meno 1.4% sul 2011, Mediaset 2,49 miliardi, il 30.2%, con un meno 13.2%, Rai 2,34 miliardi, il 28.5% del totale, con un meno 7.5%. Sempre secondo i dati Agcom sul fronte della pay tv i ricavi di Sky nel 2012 sono stimati in 3,368 miliardi, meno 3.5% sul 2011: News Corp/Sky Italia fa la parte del leone con il 77.6% dei ricavi del settore; a netta distanza Mediaset con il 17.8%, poi gli altri operatori con il 4.6%. La tv gratuita è quella che presenta la contrazione maggiore in termini assoluti , 4,855 miliardi di euro, -657 milioni rispetto al 2011, e relativi , -11.9%. Complice il canone, che con un +2.3% resiste alla flessione generalizzata dei ricavi , -8.7%, la Rai fa ancora la parte del leone in questo mercato, con il 48.3% dei ricavi del settore in crescita rispetto al 45.9% del 2011, seguita da Mediaset con il 38.9%, era al 41.2% l’anno precedente e da TI Media con il 3% a quota 2.9% nel 2011. Gli altri operatori raggiungono il 9.9%.

RELAZIONE ANNUALE 2013 AGCOM

RELAZIONE DEL PRESIDENTE ANGELO MARCELLO CARDANI

LE SLIDE DELLA PRESENTAZIONE

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati