IL PIANO

Banda ultralarga, Giacomelli: “Stiamo accelerando sul Cipe”

Il sottosegretario alle Comunicazioni sul piano del governo: “Siamo al lavoro per preparare la delibera”. E sul 5G: “Per lo sviluppo indispensabile affrontare la questione dello spettro”

Pubblicato il 07 Lug 2015

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Sulla banda larga “non ci sarà un decreto ma stiamo accelerando sul Cipe, la parte che si può fare senza nuove norme. Siamo già al lavoro e cominciamo a preparare la delibera”. Lo ha detto il sottosegretario allo sviluppo economico Antonello Giacomelli a margine di un convegno sulle telecomunicazioni alla Camera.

Proprio parlando della banda larga Giacomelli intervenendo al convegno ha chiamato “gli operatori a essere protagonisti con noi, l’Italia può recuperare e mettersi nel gruppo dei paesi che guidano, le condizioni ci sono”. Il sottosegretario ha spiegato che “il Governo c’è e farà la sua parte perché questa è un’occasione decisiva che non dobbiamo perdere”.

Inoltre secondo Giacomelli “è importante che ci si predisponga per l’avvento del 5G”, osservando che per questo va affrontata la “questione della gestione dello spettro”. E ha affermato: “mentirei se dicessi che ho una straordinaria pressione da parte degli operatori per andare immediatamente a questa scelta, rispetto ad altri temi – ha aggiunto – non avvertiamo questa pressione”.

Il 26 giugno è arrvato il parere del Dipartimento affari giuridici e legali di Palazzo Chigi sulle misure previste per lo sviluppo della banda ultra larga. In quell’occasione Giacomelli, aveva spiegato che “per una serie di strumenti non c’è bisogno di una norma primaria e si andrà direttamente al Cipe, per un’altra parte è difficile motivare l’urgenza e dunque nei prossimi giorni vedremo come procedere a Palazzo Chigi”.

E’ stata così abbandonata la strada di procedere con decreto legge e gli strumenti previsti dal piano per la banda ultra larga che mette in campo 7 miliardi di fondi si dividono in due binari: per i vecchi strumenti, come la partnership pubblico-privata, l’intervento diretto e l’intervento a incentivo si procederà con il Cipe; per gli altri strumenti, cioè il credito d’imposta, i voucher e il fondo di garanzia sarà a breve deciso come andare avanti. Gli interventi al Cipe sono previsti “per l’autunno, una volta conclusa la consultazione con gli operatori e messo a punto il piano operativo”.

Intanto anche gli operatori si stanno muovendo. Metroweb ha presentato venerdì scorso a Infratel il progetto per cablare con la fibra ottica il territorio nazionale. Lo ha appreso Mf-Dowjones da una fonte a conoscenza dei fatti che precisa come entro settembre Infratel analizzerà il piano presentato da Metroweb e quello degli altri operatori – tra cui anche Telecom Italia – e a settembre la stessa società del governo chiederà ai diversi soggetti interessati, un impegno formale sugli investimenti e sulle cifre da mettere sul piatto.

Nella partita, Metroweb non gioca da sola. A fine maggio, infatti, F2i e Fsi (azionisti della società guidata da Alberto Trondoli) hanno firmato una lettera di intenti con Vodafone e Wind per la realizzazione di un’infrastruttura nazionale della fibra attraverso Metroweb. In particolare il piano presentato a Infratel prevede un perimetro di 500 città da cablare e un investimento complessivo di 4-5 mld euro che saranno stanziati da più soggetti.

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